SYDNEY - In un’intervista rilasciata al quotidiano The Sydney Morning Herald, Albanese ha dichiarato: “Abbiamo leggi contro le interferenze straniere in questo paese, e le elezioni australiane sono una questione che riguarda solo gli australiani”.
“Non ho intenzione di commentare ciò che persone all’estero vogliono fare o dire. Ognuno si farà la propria opinione e prenderà le proprie decisioni”.
Le dichiarazioni di Albanese vengono pronunciate in un momento in cui Musk, il magnate tecnologico sudafricano, sta venendo accusato di usare la sua influenza per sostenere i partiti conservatori in tutto il mondo.
Lo scorso mese, Musk aveva scritto un articolo per un giornale tedesco promuovendo il partito di destra AfD (Alternativa per la Germania), affermando che “solo l’AfD può salvare la Germania”. Inoltre, ha pubblicato decine di post su X collegando il Partito Laburista britannico a presunti “stupri di gruppo” perpetrati da immigrati pachistani e ha chiesto l’incarcerazione del primo ministro britannico Keir Starmer per presunte omissioni di inchieste durante il suo precedente incarico di procuratore.
Nonostante ciò, Zareh Ghazarian, capo del dipartimento di politica della Monash University di Melbourne, si è detto scettico sull’effettiva influenza che Musk potrebbe avere in Australia.
“In Australia, grazie al voto obbligatorio, i partiti non devono mobilitare comunità specifiche come avviene negli Stati Uniti”.
Sebbene Ghazarian sia certo che Musk tenterà di intervenire nel dibattito, ritiene improbabile che il suo impatto diretto avrà una qualche rilevanza.