WASHINGTON - Elon Musk ha cercato di convincere personalmente il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, a ritirare l’ondata di dazi doganali che stanno sconvolgendo i mercati finanziari. Lo hanno riferito al Washington Post fonti ben informate.
Musk ha reso esplicita, sulle reti sociali, la sua opposizione alla politica dei dazi. I suoi tentativi di influenzare personalmente le scelte di Trump sono però falliti, secondo quanto riporta il Washington Post. I dazi, infatti, stanno colpendo in modo particolarmente duro Tesla, l’azienda di auto elettriche di Musk, che ha in Cina importanti centri produttivi e rilevanti quote di mercato.
Nei giorni scorsi, l’imprenditore si è espresso a favore di una politica di “dazi zero” in un videocollegamento con il congresso della Lega, ha condiviso un vecchio filmato di Milton Friedman che spiegava i benefici del libero mercato con la storia della produzione di una matita e ha attaccato in modo diretto il consigliere della Casa Bianca per il commercio, Peter Navarro, artefice della radicale svolta di Washington. In particolare, Musk ha deriso il curriculum universitario di Navarro e ha scritto su X che “un PhD in economia ad Harvard è una cosa negativa, non una cosa positiva”.
La rottura di Musk con Trump sulle tariffe, priorità dell’amministrazione americana, rappresenta il disaccordo più importante tra il presidente e uno dei suoi principali consiglieri. Tesla ha visto le vendite trimestrali crollare drasticamente a causa delle reazioni negative al suo ruolo di consigliere di Trump. Le sue azioni erano scambiate a 233,29 dollari, in calo di oltre il 42% da inizio anno.
Ieri Trump ha minacciato la Cina di ulteriori tariffe del 50% se non ritirerà i suoi dazi del 34% di ritorsione contro gli Stati Uniti. Oggi un portavoce del ministero del Commercio cinese, in una nota, assicura che se Washington vorrà continuare su questa strada allora Pechino “lotterà fino alla fine”. Pechino non accetterà mai la “natura ricattatoria” degli Stati Uniti e considera le ultime minacce di dazi avanzate dal presidente americano Donald Trump “un errore su un altro errore”.
Il Washington Post, inoltre, ricorda come Tesla nel 2020 arrivò addirittura a denunciare l’amministrazione Trump per i dazi. Musk, spiega la testata americana, fece poi marcia indietro per il timore di apparire allineato alla Cina e contrario alle politiche “America First”. Dall’inizio dell’anno, la capitalizzazione di mercato di Tesla ha perso oltre il 38%.