Ha fin da subito tracciato la strada a una nuova generazione di leader e sostenitori dei diritti dei cittadini con disabilità, condividendo le decine di ostacoli che ha dovuto imparare a sormontare con le sue sole forze. Perché, in fondo, c’è chi nella vita apre porte per sé e chi invece finisce per spalancarle anche agli altri.
Quando ho dialogato con Natale Cutri, pochi giorni prima che partisse per un viaggio verso il Nord Europa, mi ha infatti travolta con l’energia di chi ha fatto della difesa del prossimo il suo secondo registro linguistico. La sua voce non conosce esitazione, solo percorsi chiari verso inclusione, dignità e coraggio. Perché “tutti possono viaggiare, tutti possono ottenere qualsiasi cosa”.
Insignito di recente della Public Service Medal, nel giorno del King’s Birthday, per la sua eccezionale leadership e l’attività di advocacy a favore delle persone con disabilità, Cutri ha con fermezza ribadito la necessità di “combattere per sopravvivere”, di doverlo fare soprattutto per il prossimo.
Socio fondatore e co-presidente del Victoria Police Enablers Network – un gruppo di dipendenti con esperienza diretta di disabilità e assistenza, che promuove condivisione di informazioni e supporto ai colleghi in difficoltà –, e in quanto persona con disabilità e ipovedente dalla nascita, Cutri ha deciso da subito di influenzare i vertici delle forze di Polizia, proponendo attivamente soluzioni per migliorare l’accessibilità per tutti.
Figlio di migranti calabresi arrivati in Australia nel secondo dopoguerra – Domenico e Teresa Cutri, entrambi giunti da Sinopoli, in provincia di Reggio Calabria –, ammette subito come la sua lingua madre sia stata prima di tutto il dialetto calabrese, appreso dalla nonna materna che abitava con la famiglia. L’inglese, invece, è arrivato più tardi, lentamente, tra i banchi di scuola, con una compagna di origini italiane che gli faceva da interprete. “Andavo a scuola e mi sentivo metà italiano e metà australiano; è stato complicato”, racconta.
Negli anni Settanta, infatti, è stato indirizzato verso l’allora St Paul’s School for the Blind, a Kew, nonostante la famiglia si fosse stabilita a Moonee Ponds, dall’altra parte della città. Quei giorni complessi gli hanno però lasciato in eredità un grande esempio: trasformare l’ostacolo in spinta, la difficoltà in un linguaggio condiviso.
“I miei genitori lavoravano come commercianti di frutta e verdura al Queen Victoria Market. Ogni lunedì, mio padre andava a Footscray a prendere i prodotti da vendere; poi si recava al mercato per deporre il carico e, infine, tornava a Moonee Ponds per venire a prendermi e accompagnarmi a Kew, entro le nove del mattino. Di venerdì, le giornate erano molto impegnative: lasciava mia madre al mercato per venire a prendermi e riportarmi a casa, per poi tornare al lavoro”, spiega, leggermente commosso.
“Mio padre, quindi, decise di chiedere al preside se la scuola avesse potuto offrire un autista, ma non avevano risorse. Interpellò conoscenti, parlamentari locali e associazioni, fino a giungere al Lions Club of Essendon, che destinò alcuni fondi per un’auto e un autista – continua –. Fu allora che il preside chiese se il servizio potesse essere utilizzato anche da altri studenti; mio padre fece da tramite affinché tutti potessero usufruirne. In un certo senso, ho imparato da lui”.
È stato al St Bernard’s College a Essendon che Cutri ricorda, ancora oggi, di aver incrociato il suo percorso con un insegnante che ha davvero creduto nelle sue potenzialità, oltre a un preside “decisamente consapevole” delle difficoltà degli ipovedenti.
La passione improvvisa e ancora giovane per il calcolo e i numeri l’ha poi accompagnato fino all’università: dopo una laurea umanistica in Italiano, integrando anche alcuni corsi di Economia, ha proseguito il suo percorso formativo con un master in Contabilità.
Nel 1996, dopo un brillante colloquio con Victoria Police, è giunta l’attesa assunzione perché “colpiti dalle sue competenze”.

Natale Cutri, socio fondatore e co-presidente del Victoria Police Enablers Network
Da allora, sono trascorsi circa trent’anni: dall’amministrazione agli uffici regionali, fino a stringere il ruolo di business manager nel Victoria Police’s Capability Department dove oggi, in particolare, si occupa di politiche e questioni legislative.
“Ho notato fin da subito come Victoria Police avesse ottime politiche dedicate all’accessibilità – spiega –. Una delle persone con cui ho sostenuto il mio primo colloquio per l’organizzazione è stata Tricia Malowney, una figura straordinaria che ha portato la disabilità nel cuore della riforma dei trasporti e del Family Violence Act”.
“C’è stato però un momento, nel corso di questi ultimi tre decenni, in cui sembrava che il percorso verso la piena accessibilità stesse rallentando. L’inclusione sembrava stesse facendo passi indietro – aggiunge –. Si viene molto spesso respinti, ai colloqui ad esempio, quando ti dicono che non sei adatto perché magari non hai la patente, come se poi definisca le tue capacità personali. Volevo diventare una voce per chi non aveva alcuna possibilità di esprimersi”.
È quindi nato, nel 2016, il Victoria Police Enablers Network, una rete di dipendenti con disabilità o esperienze di assistenza verso il prossimo. Dai trenta soci originari, oggi è possibile contarne almeno centocinquanta, diventando davvero un punto di riferimento per chi cerca supporto e rappresentanza in ambito professionale. Con Natale Cutri, e il network stesso, sono nati seminari sulla consapevolezza alla disabilità, il programma ‘Disability Confident Recruiter’ per la revisione dei processi di assunzione, al fine di renderli davvero accessibili, e l’assistenza informatica per chi necessita di software specifici.
“Ci sono molti programmi sulla salute mentale ed è meraviglioso, ma per altre disabilità c’è ancora strada da fare. Bisogna creare una cultura dell’accessibilità che non sia solo emergenziale”, afferma, perché la missione è quella di rendere “le organizzazioni più giuste, più inclusive, più capaci di guardare all’essere umano prima che alle limitazioni”.
È nella concretezza che si misura il cambiamento. Oggi le sedi della Polizia sono più accessibili, così come i siti web e la formazione online. I leader senior hanno difatti seguito percorsi specifici di sensibilizzazione, partendo da un’idea semplice e insopprimibile: non escludere nessuno.
“Vorrei che un giorno non ci siano più barriere – dichiara con fermezza –. Se sei in sedia a rotelle, devi poter salire su un tram senza ostacoli. Se hai un cane guida, devi poter entrare in un ristorante senza dover discutere. Se sei ipovedente, devi poter avere accesso alle stesse informazioni avendo a disposizione caratteri più grandi o un file audio”.
Il futuro che Cutri immagina è delineato da normalità, non da eccezioni. Di uguaglianza reale, non concessa: “L’aspetto più importante è che tutti possano credere nel prossimo. Se credi che qualcuno sia capace, quella persona ce la farà”.
Fino a oggi, il suo lavoro ha ispirato una nuova generazione di leader, di dipendenti che non hanno timore a chiedere supporto, di dirigenti che hanno cominciato a porsi delle domande. La sua attività ha portato Victoria Police a inserire i principi di accessibilità fin dentro la progettazione delle proprie sedi.
“Le forze di Polizia devono essere in prima linea. È un tabù parlare di disabilità in certi ruoli, eppure bisognerebbe guardare alle circostanze. Se non sei in strada, puoi contribuire in tanti altri modi”, aggiunge.
Quel richiamo a lottare per chi non ha ancora trovato la propria voce, riconosciuto anche dalla recente onorificenza della Public Service Medal, continua certamente ad accompagnare Natale Cutri lungo il suo lineare percorso.
Un viaggio che ha avuto inizio dal perpetuo esempio dei suoi genitori – il padre giunto in Australia a sedici anni, pronto a farsi strada da solo e a sopravvivere alle criticità della migrazione, e la madre “profondamente diplomatica” che teneva insieme i fili della quotidianità – ed è poi proseguito con la sua necessità di disegnare il mondo con colori differenti.
La testimonianza viva di come si possa crescere tra le crepe e diventare fondamenta per gli altri. E in quel suo passo sicuro, oggi, molti altri possono imparare a camminare.