TAIPEI – Washington ha inviato due navi da guerra nello Stretto di Taiwan e ha finalizzato una proposta di sanzioni contro la Cina per aver condotto attività illegali nel Mar Cinese Meridionale e Orientale. 
Il transito nelle acque dello Stretto è stato compiuto dal cacciatorpediniere “Preble” e dalla petroliera della Marina “Walter S. Diehl”, secondo quanto confermato dal portavoce della Settima Flotta Usa, che opera nell’Oceano Pacifico, Clay Doss. Il transito è stato monitorato anche dal ministero della Difesa di Taiwan. 
La Cina considera Taiwan una provincia destinata all’unificazione con la madrepatria e negli ultimi anni ha lavorato per sottrarre alleati a Taipei, che oggi può contare sul riconoscimento diplomatico di soli 17 stati.
Dopo l’attraversamento dello stretto di Taiwan, Pechino ha subito protestato con gli Usa: “Abbiamo seguito da vicino il passaggio delle unità da guerra nello stretto di Taiwan e siamo informati dell’intero processo”, ha detto il portavoce del ministero degli Esteri, Lu Kang. “Sollecitiamo gli Usa a trattare in modo cauto le questioni riguardanti Taiwan per evitare altri impatti negativi sui rapporti Cina-Usa e su pace e stabilità nello stretto di Taiwan”. 
Negli ultimi anni, l’amministrazione Usa ha aumentato i contatti con Taiwan. Secondo le cifre diffuse dal Pentagono, dal 2010 a oggi, gli Stati Uniti hanno venduto a Taipei oltre 15 miliardi di dollari in armamenti. La settimana scorsa, la Marina di Taiwan ha condotto delle esercitazioni navali al largo delle coste orientali, compresa una simulazione di risposta in caso di invasione da parte della Cina.