KIEV - L’architettura della pace tra Ucraina e Russia poggia su tre pilastri fondamentali: un esercito ucraino ai massimi storici, una forza di dissuasione europea sul campo e l’intelligence statunitense come arbitro del cessate il fuoco. Secondo quanto rivelato dal New York Times, i due giorni di intensi negoziati a Berlino tra Usa, Ucraina ed Europa hanno prodotto la bozza di due documenti chiave per porre fine alle ostilità. 

Le garanzie contenute in questi testi mirano a risolvere il dilemma di Kiev: accettare la rinuncia alla Nato e la cessione del Donbass in cambio di una protezione militare reale e immediata. 

Sebbene i testi rimangano riservati, la struttura del piano è chiara. Da un lato il protocollo politico, che definisce i principi generali di difesa collettiva, ispirandosi esplicitamente all’Articolo 5 della Nato, impegnando i firmatari a intervenire in caso di attacco a Kiev. Dall’altro, il piano operativo: un documento tecnico che dettaglia il meccanismo di cooperazione militare tra l’Occidente e l’Ucraina per prevenire future invasioni russe. 

Il piano d’azione militare delinea una forza di difesa che, per dimensioni e capacità, non avrebbe precedenti per una nazione europea in tempo di pace. Il primo pilastro riguarda la potenza d’urto nazionale: Kiev manterrebbe una forza permanente di 800.000 soldati, un numero che sfiora i livelli massimi (circa 900.000 uomini) raggiunti durante le fasi più critiche del conflitto. Questo esercito non sarebbe solo imponente nei numeri, ma verrebbe interamente addestrato secondo gli standard occidentali e dotato delle tecnologie belliche più avanzate. 

A fare da scudo a questa struttura interna si aggiungerebbe lo spiegamento di una forza militare europea sul territorio ucraino. Secondo il documento, queste truppe verrebbero posizionate nelle regioni occidentali del Paese, a debita distanza dalla linea del cessate il fuoco, con il compito specifico di vigilare sullo spazio aereo e sui confini marittimi.  

Si tratterebbe di un vero e proprio “cuscinetto” strategico, un deterrente sia fisico che psicologico contro ogni nuova tentazione aggressiva di Mosca. Un’iniziativa che, come confermato dallo stesso Zelensky, vede già diversi Paesi dell’Unione Europea pronti a scendere in campo. 

Nonostante Donald Trump abbia ribadito che non invierà soldati statunitensi al fronte, gli Stati Uniti manterrebbero la supervisione strategica dell’accordo. Gli Usa utilizzeranno i propri sistemi di intelligence per sorvegliare il cessate il fuoco e rilevare ogni movimento sospetto delle truppe di Mosca. Inoltre, avranno la responsabilità di verificare il rispetto dei patti e di neutralizzare eventuali “operazioni sotto falsa bandiera” o provocazioni russe volte a riaccendere il conflitto. 

Per evitare che queste promesse rimangano lettera morta, il piano prevede che le garanzie di sicurezza vengano approvate dai singoli governi nazionali attraverso procedure giuridicamente vincolanti, rendendo l’impegno di difesa un obbligo di Stato e non solo una dichiarazione di intenti politica.