WASHINGTON - La pressione statunitense sul presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è intensificata dopo il round di trattative Usa-Ucraina conclusosi sabato a Miami senza un risultato evidente. Il presidente Donald Trump ha accusato apertamente Zelensky di non aver ancora letto la bozza di proposta di pace statunitense, dichiarando di essere “deluso dal fatto che il presidente Zelensky non ha ancora letto la proposta” e sostenendo che, pur piacendo al suo entourage, il leader ucraino “non è pronto” a sottoscriverla. 

Il tycoon ha rincarato la dose, affermando che “alla Russia il piano va bene, ma non sono sicuro che questo valga anche per Zelensky”. Questo atteggiamento, che arriva dopo giorni di elogi da parte del Cremlino per la nuova, “durissima” linea Usa nei confronti dell’Europa, è stato rafforzato dalle dichiarazioni del figlio, Donald Trump Jr., che ha ribadito come il padre potrebbe abbandonare il processo di pace in quanto la questione non è più una priorità per Washington. 

Zelensky, che oggi incontra il primo ministro britannico Keir Starmer, il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Friedrich Merz a Londra (e domani Giorgia Meloni a Roma), ha definito i colloqui di Miami “costruttivi anche se non facili”. 

I leader europei, la cui posizione è stata definita “inquietante” dalla Cnn data la concomitanza tra i colloqui di pace Usa e l’irrigidimento statunitense verso l’Europa, “faranno insieme il punto della situazione e dei negoziati in corso nel quadro della mediazione degli Stati Uniti”, ha affermato Macron. 

Macron ha ribadito l’unità e la necessità di mantenere la pressione su Mosca: “Dobbiamo continuare a fare pressione sulla Russia per costringerla alla pace”, ha detto, aggiungendo che “ciò che è in gioco in Ucraina è anche la sicurezza dell’Europa nel suo complesso”. 

Il capo della delegazione ucraina, Rustem Umerov, ha chiarito che la leadership di Kiev riceverà il briefing completo e i documenti relativi solo oggi, smentendo l’accusa di Trump. Umerov ha spiegato che l’obiettivo ucraino era proprio quello di ottenere dagli inviati Usa “informazioni complete sui loro colloqui a Mosca”.   

Il nodo principale, secondo una fonte vicina al dossier, rimane la questione territoriale, definita “la più problematica”. Il piano iniziale di Washington prevedrebbe la cessione di territori che la Russia non è riuscita a conquistare sul campo di battaglia in cambio di promesse di sicurezza che non raggiungono le aspirazioni di Kiev di entrare nella Nato. 

Vladimir Putin “non vuole concludere un accordo senza che l’Ucraina ceda territori nel Donbass,” ha spiegato la fonte, aggiungendo che gli Stati Uniti spingono l’Ucraina ad approvare “più velocemente” il piano, ma Kiev “non può accettare qualsiasi cosa senza esaminare i dettagli”. 

Aumenta intanto la pressione europea per finanziare Kiev: sette capi di Stato e di governo Ue (tra cui Estonia, Finlandia, Polonia e Svezia) hanno scritto una lettera congiunta per sollecitare una decisione sul prestito di riparazione all’Ucraina basato sui beni congelati della Banca centrale russa, definendola un’opportunità per dare all’Ucraina “una posizione più forte per difendersi e in una posizione migliore per negoziare una pace giusta e duratura”. 

Inoltre, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si riunirà intanto domani per discutere dell’Ucraina, ha reso noto la Rappresentanza della Slovenia, che detiene la presidenza per il mese di dicembre e ha convocato la seduta insieme a Danimarca, Francia, Gran Bretagna, Grecia e Corea.