CANBERRA – Il primo ministro Scott Morrison ha difeso vigorosamente l’impegno dell’Australia sul fronte della lotta ai cambiamenti climatici nel suo discorso di fronte all’assemblea plenaria dell’ONU, tenuto alcuni giorni dopo la fine del summit sull’Ambiente. 
“L’Australia sta facendo la sua parte sul clima, e respingo recisamente qualsiasi affermazione contraria. Il nostro Paese sta prendendo misure reali su questo problema e sta ottenendo risultati concreti. Stiamo bilanciando con successo le nostre responsabilità globali con politiche sensate e pratiche per assicurare il futuro dell’ambiente e della nostra economia”, ha sostenuto Morrison, lanciando una pesante bordata polemica contro “i critici interni ed esterni del Paese che stanno scientemente ignorando o sottovalutando i nostri risultati, dato che questi fatti non corrispondono alla descrizione di parte che loro desiderano proiettare del nostro contributo”.
Il primo ministro nel suo intervento ha ribadito l’impegno dell’Australia a raggiungere gli obiettivi sulla riduzione delle emissioni di gas serra dal 26% al 28% rispetto ai livelli del 2205 entro il 2030. “Siamo responsabili solo per l’1,3% delle emissioni globali, e stiamo eccedendo di gran lunga gli obiettivi prefissati dal Protocollo di Kyoto. Nel 2012, infatti, è stato stimato che l’Australia, nel 2020, avrebbe emesso 693 milioni di tonnellate. Stando a dati relativi al 2018, invece, questa stima è scesa a 540 milioni di tonnellate”.
Scott Morrison, infine, ha ripreso i suoi commenti sul pericolo che le giovani generazioni vengano toccate da una “ansia non necessaria” riguardo ai cambiamenti climatici. “Dobbiamo rispettare e sfruttare la passione e le aspirazioni delle giovani generazioni, piuttosto che permettere che altri aggravino o, ancora peggio, si approfittino anonimamente della loro ansia per i loro fini”, ha concluso Morrison facendo velatamente riferimento al discorso della 16enne Greta Thunberg al summit sull’ambiente di alcuni giorni prima.