BOLOGNA - I domiciliari non bastano: Chiara Petrolini deve andare in carcere. La decisione è del Tribunale del riesame bolognese  che dopo l’udienza ha accolto l’appello della Procura di Parma. Non è però esecutiva, ma resta sospesa come sempre avviene in questi casi: bisogna attendere prima il deposito delle motivazioni e poi l’esito dell’eventuale, ma praticamente certo, ricorso della difesa in Cassazione. Non succederà prima di almeno un paio di mesi.

“Prendo atto della decisione. Come già detto, a mio avviso, gli arresti domiciliari sono in realtà adeguati al contenimento delle esigenze cautelari proprie di questa vicenda. D’altro canto, la misura cautelare non può e non deve mai rappresentare un’anticipazione della pena”, ha detto il difensore della ragazza, l’avvocato Nicola Tria. 

E' un punto segnato dall’accusa, che ha chiesto la restrizione più severa della libertà, contestando alla 21enne l’omicidio premeditato e la soppressione dei cadaveri dei due neonati partoriti il 12 maggio 2023 e il 7 agosto 2024 e poi ritrovati a distanza di circa un mese l’uno dall’altro, nel giardino della villetta dove viveva la famiglia, a Vignale di Traversetolo. 

Due gravidanze tenute nascoste a tutti, familiari ed ex fidanzato compreso. L’avvocatessa del ragazzo, Monica Moschioni, si è limitata a dire: “Attendiamo di sapere quale sarà la decisione definitiva”.