PARMA - Chiara Petrolini non avrà ancora compiuto 22 anni, e non sarà passato nemmeno un anno dal ritrovamento dei corpi dei suoi due figli neonati, quando comparirà per la prima volta davanti alla Corte d’assise.
Lo ha deciso la gup Gabriella Orsi, che l’ha rinviata a giudizio per tutti i reati contestati dalla Procura di Parma: duplice omicidio aggravato e soppressione di cadavere. L’esito dell’udienza preliminare era atteso e non ha riservato sorprese.
“L’assise è la sede naturale per questo processo”, ha commentato l’avvocata Monica Moschioni, che rappresenta Samuel Granelli, ex compagno dell’imputata e parte civile insieme ai suoi genitori. È stata invece esclusa l’associazione “La Caramella Buona”, poiché il giudice ha stabilito che la difesa dei diritti dei neonati non rientra nel suo statuto.
Durante l’udienza a porte chiuse, la difesa ha chiesto la riqualificazione del reato in infanticidio e l’esclusione della premeditazione, ma il giudice ha accolto la linea della Procura, rappresentata dal procuratore Alfonso D’Avino e dalla pm Francesca Arienti, che ha coordinato le indagini condotte dai carabinieri del nucleo investigativo.
Al centro del processo ci sarà anche la questione della capacità di intendere e di volere della ragazza. La difesa ha già depositato una consulenza psichiatrica che conclude per la totale incapacità, e probabilmente verrà richiesta una perizia in dibattimento.
L’accusa, invece, ritiene che la lucidità mostrata da Chiara nel portare avanti due gravidanze all’insaputa di tutti, partorendo da sola e seppellendo i neonati in giardino, sia incompatibile con un vizio di mente.
Il primo parto risale al 12 maggio 2023, il secondo al 7 agosto 2024. I resti del secondo bambino sono stati trovati per caso qualche giorno dopo, mentre la famiglia era in vacanza negli Stati Uniti. Le successive indagini hanno portato al ritrovamento del corpo del primogenito, sepolto sempre nel giardino della casa.
Secondo la Procura, Chiara avrebbe ucciso entrambi i neonati recidendo il cordone ombelicale subito dopo il parto. I carabinieri ritengono che abbia agito da sola: i genitori, inizialmente indagati, sono stati definitivamente archiviati.
Il processo comincerà il 30 giugno, ma nel frattempo potrebbe essere fissata una nuova udienza al tribunale del Riesame di Bologna, chiamato a esprimersi sulla richiesta della Procura di custodia cautelare in carcere. La Cassazione ha rinviato la decisione, e pur riconoscendo in Chiara una “elevatissima capacità mistificatoria” e una “non comune determinazione criminale”, ha anche rilevato che i fatti si sarebbero svolti in “condizioni non più presenti né ripetibili”. Per questo, al momento la giovane resta ai domiciliari, nella villetta dove tutto è accaduto.