PARMA - È stata arrestata e posta agli arresti domiciliari Chiara Petrolini, 22 anni, accusata dell'omicidio dei suoi due figli neonati, trovati sepolti nel giardino della villetta dove la ragazza vive con la famiglia a Vignale di Traversetolo, in provincia di Parma.  

“Finalmente. È l'unico commento che posso fare”, dice all'ANSA la mamma del fidanzato della ragazza.  

Il 12 maggio 2023, quando Chiara Petrolini avrebbe partorito il primo bambino, i genitori e il fratello erano fuori ad un saggio di danza, e con le sue mani la ragazza avrebbe scavato una fossa per seppellirlo, ha spiegato il procuratore di Parma Alfonso D'Avino. 

“Allo stato non ci sono evidenze” di una incapacità di intendere e di volere di Chiara Petrolini, afferma il pm., aggiungendo che “ovviamente è un profilo che ci riserviamo di verificare. Quello che ci ha impressionato è che una ragazza che faceva la babysitter, ha gestito come responsabile una colonia estiva, dall'altra parte ha avuto questo tipo di comportamento. Un comportamento che lascia perplessi nel momento in cui si vede cosa ha fatto dopo aver sepolto il bambino”.  

Infatti, secondo gli investigatori, “a meno di 24 ore dal parto ha avuto la forza fisica di andare dall'estetista, in un bar, mangiare la pizza con la famiglia. Ci si chiede che cosa c'è dentro. La cosa trova riscontro nella verifica di cosa è successo un anno prima: Dopo la morte del figlio, il pomeriggio, il giorno dopo, andò a fare shopping con un'amica”: Tutto questo “potrà formare oggetto di valutazione per verificare la capacità, ma oggi è prematuro”, afferma. 

Il bambino partorito il 7 agosto era nato vivo, in quanto aveva respirato. La morte è stata dovuta a uno shock emorragico da recisione del cordone ombelicale “in assenza di una adeguata costrizione meccanica dei vasi ombelicali”, spiega la Procura di Parma, ricapitolando gli accertamenti medico legali sul caso di Traversetolo. 

Durante la gravidanza Chiara Petrolini avrebbe tenuto “una condotta incompatibile con lo stato di gravidanza”, ha spiegato sempre D'Avino, spiegando il quadro emerso soprattutto dalle informazioni raccolte dagli amici.  

“Non ha mai disdegnato l'uso di sigarette elettroniche e con tabacco, anche accompagnato da assunzione di bevande alcooliche. Da ultimo, dopo che travaglio era di fatto già iniziato, e nell'imminenza del parto, Chiara non ha neppure disdegnato l'uso di marijuana”, ha spiegato, dicendo che si tratta di elementi significativi per la contestazione della premeditazione. 

Nelle prime spontanee dichiarazioni fatte Chiara Petrolini “aveva detto che ha nascosto il corpo del neonato nel giardino perché lo voleva vicino a sé”, ha spiegato il comandante provinciale dei carabinieri di Parma, colonnello Andrea Pagliaro. E allora, quando si è intuita la possibilità di una seconda gravidanza, “si è pensato che se veramente ci fosse stato un altro bambino lo avrebbe sepolto sempre lì, vicino alla sua camera”. Quando sono state trovate le ossa “eravamo increduli”, ha ammesso l'ufficiale. 

Il disegno che Chiara ha maturato sin dalle prime battute della gravidanza, o comunque da quanto ha iniziato a prendere coscienza della gravidanza stessa, è stato la soppressione del proprio figlio, prima o dopo il parto. “Sono infatti coerenti con tale disegno”, spiega la Procura di Parma, le “ricerche sul web finalizzate ad acquisire elementi conoscitivi su come mantenere nascosta la gravidanza, come indurre o accelerare il parto, quali relazioni vi siano tra rottura delle acque, travaglio e parto” e infine “quali condotte tenere per cagionare, o favorire, un aborto”.