MELBOURNE - Era conosciuto come l’Happy Open, votato numerose volte come il miglior Torneo del Grande Slam dell’anno per l’organizzazione impeccabile nei minimi particolari, e l’atmosfera gioiosa e passionale...
Poi il terremoto Covid e la fase di avvicinamento agli Australian Open 2021 diventa sempre più complicata con il passar dei giorni: gli ultimi bollettini, al momento di scrivere questo articolo, parlano di oltre 70 giocatori (72 per la precisione) costretti alla quarantena forzata nella propria stanza d’albergo senza la possibilità di allenarsi in vista del torneo principale che, secondo il boss Craig Tiley, si svolgerà senza modificare i piani. Le autorita’ sanitarie del Victoria hanno annunciato tre nuovi casi di Covid-19 legati al torneo (sette in totale), e due di questi sono dei giocatori la cui identita’ non e’ stata svelata.
Nervi tesissimi nella capitale del Victoria, e malumori che crescono esponenzialmente con il passar delle ore: chi si lamenta dei rigidi protocolli (Roberto Bautista Agut: “è come essere in prigione ma col wifi”, chi paragona la qualità del cibo a quella di una mensa ospedaliera, chi (la ragazza di Bernard Tomic) piange sui social media per esser costretta a lavarsi i capelli da sola, la situazione insomma è complessa e sempre più difficile da gestire.
Parole sagge invece da parte di Victoria Azarenka, decisamente infastidita dalle lamentele dei colleghi, viste come uno schiaffo in faccia ai residenti del Victoria, costretti a subire per mesi uno dei lockdown più severi del pianeta.
“Capisco la frustrazione dei miei colleghi e la sensazione di ingiustizia, ma siamo nel mezzo di una pandemia globale e non c’è nessun manuale d’istruzioni. A volte ci sono degli imprevisti, dobbiamo accettarli, adattarci alle nuove condizioni ed andare avanti. Anche per rispetto della comunità locale, che nei mesi scorsi è stata forzata a seguire delle restrizioni fra le più severe del mondo”.
Craig Tiley, direttore degli Aus Open, prova a far da pompiere dopo una conference call con circa 500 tennisti: “La stragrande maggioranza comprende e approva i rigidi protocolli messi in atto. Sanno che questo il prezzo da pagare per avere il privilegio di competere per un montepremi da 80 milioni di dollari australiani...”
Nel frattempo Novak Djokovic ha avuto il “piacere” di apprezzare la flessibilità del Premier del Victoria, Daniel Andrews, dopo la richiesta di accorciare la quarantena e lo spostamento in ville private con campi dove allenarsi. “Le persone sono libere di chiedere quello che vogliono - ha dichiarato Daniel Andrews - ma la risposta è no. Tutti erano al corrente dei possibili rischi prima di arrivare in Australia, queste condizioni erano chiare a tutti. Non ci saranno trattamenti preferenziali” ha tagliato netto Andrews.
Rimane comunque da superare l’ostacolo della disparità di trattamento fra i giocatori: chi è costretto nella propria stanza per 14 giorni senza la possibilità di allenarsi appare decisamente svantaggiato rispetto agli altri, che invece, sotto supervisione, possono allenarsi per cinque ore al giorno in vista del Torneo principale. E’ stato anche proposto di ridurre il numero di set giocati per il singolare maschile, proposta silurata immediatamente da Craig Tiley, che ha ribadito che gli Australian Open andranno avanti senza subir modifiche. Ma il Covid-19 potrebbe aver qualche altra sorpresa in serbo.