BOLZANO - All’arrivo della funivia della Val Senales, ai 3.200 della Grawand, il sole bacia il ghiacciaio regalando uno spettacolo mozzafiato. Ci sono decine di ragazzini, soprattutto degli sci club altoatesini, che hanno deciso di allenarsi sfruttando il ponte scolastico di Ognissanti. Ci si sono anche atleti stranieri che “fanno pali”, come si dice in gergo.
Non ci sono Azzurre e Azzurri, scossi dalla morte della loro amica e compagna di squadra, la solare Matilde Lorenzi, deceduta all’ospedale bolzanino “San Maurizio” dopo che i sanitari del reparto di Rianimazione hanno fatto di tutto per strapparla alla morte sin dal momento del suo arrivo con l’elisoccorso Pelikan 3. Troppo gravi le lesioni riportate nella caduta nell’allenamento di slalom gigante. Lorenzi aveva 19 anni, era piemontese del Sestriere, era stata arruolata nel Centro Sportivo Esercito ed era considerata una promessa dello sci alpino italiano, soprattutto nelle discipline veloci tanto che a marzo aveva conquistato il titolo assoluto di ‘supergigante’.
In questo periodo sul ghiacciaio della Val Senales, come fanno sapere dalla stazione a valle di Maso Corto, “sono in allenamento circa un migliaio di atleti, tutti con la propria squadra di competenza”. In Val Senales c’è tanta incredulità su quanto accaduto. Sul vasto pendio, sotto le montagne che nel settembre del 1991 restituirono lo scheletro di un uomo di 5.300 anni fa, ribattezzato Oetzi, c’è la pista Grawand dove sono posizionate le porte rosse e blu. Squadre e sci club tracciano ognuno il proprio percorso. La pista Grawand nr. 3, dove si è consumata la tragedia di Matilde, è lunga 850 metri con un dislivello di 200; è classificata rossa ma non difficile, anche perché dopo un tratto iniziale ripido, diventa più facile. È proprio sul tratto pianeggiante, precisamente sul cambio di pendenza, che si è verificato l’incidente.
“Non ci sono responsabilità penali per la morte della sciatrice Matilde Lorenzi”, ha sottolineato la Procura del capoluogo altoatesino in una nota precisando che non sono emerse anomalie circa la sicurezza della pista e il tracciato non è stato posto sotto sequestro dall’autorità giudiziaria. Tra le ipotesi, lo sbilanciamento a seguito dell’urto con un palo della porta, la conseguente perdita dell’assetto, il volto andato a picchiare violentemente sulla neve. Certo è il fatto che l’attacco dello sci si è aperto (è previsto per evitare lesioni alle gambe) e che Matilde, nella tremenda caduta, non ha incontrato ostacoli fissi.
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato al capo di Stato maggiore della Difesa, Luciano Antonio Portolano, il seguente messaggio: “Ho appreso con sincera commozione la notizia della morte di Matilde Lorenzi, caporale presso il Reparto Attività Sportive del Centro Addestramento Alpino. In questa tristissima circostanza, la prego far pervenire ai familiari le espressioni del mio più grande cordoglio e di partecipare la mia vicinanza all’Esercito italiano”.