TEL AVIV - “La decisione è stata presa: Israele occuperà la Striscia di Gaza”. La notizia arriva da fonti di primo piano dell’ufficio del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu.

Secondo alti funzionari dell’esecutivo citati da Channel 12, Netanyahu è convinto che Hamas non rilascerà altri ostaggi, a meno che non sia costretto a una resa completa. “Non ci arrenderemo. Se non agiamo ora, gli ostaggi moriranno di fame e Gaza rimarrà sotto il controllo di Hamas”. 

Il presidente Usa Donald Trump avrebbe dato il “via libera” al governo israeliano per condurre una vasta operazione contro Hamas a Gaza a causa dello stallo nei negoziati per il rilascio degli ostaggi. Lo riporta Ynet, secondo cui sia Trump che Netanyahu sarebbero d’accordo sul fatto che Hamas non voglia un accordo. 

Dunque, l’esecutivo è pronto a ordinare all’esercito l’occupazione dell’intera Striscia, comprese le aree dove si ritiene siano detenuti gli ostaggi. E al capo di Stato maggiore delle Idf, il tenente generale Eyal Zamir, che ha mostrato resistenze per il piano di occupazione completo, Netanyahu manda un chiaro messaggio: “Se non è d’accordo, si dimetta”. 

Il capo del governo israeliano aveva già anticipato ai ministri del suo governo che avrebbe cercato il sostegno dell’esecutivo per un piano di occupazione completo della Striscia di Gaza, nonostante le obiezioni interne alle Idf (Forze di difesa israeliane). Diversi ministri citati dai media israeliani hanno affermato che Netanyahu ha utilizzato il termine “occupazione della Striscia”, in conversazioni private, per definire l’espansione delle operazioni militari a Gaza. Per i media ebraici si tratta di “un notevole cambiamento di tono”. 

L’Idf detiene attualmente il controllo su circa il 75% della Striscia di Gaza ma, secondo il nuovo piano, l’esercito dovrebbe occupare anche il territorio rimanente, portando l’intera enclave sotto il controllo israeliano. Non è chiaro cosa significherebbe una simile mossa per i milioni di civili e le organizzazioni umanitarie che operano nell’enclave dove la situazione umanitaria è ogni ora più drammatica. 

Forze di difesa israeliane hanno dichiarato di essere contrarie all’acquisizione dell’intera Striscia, e hanno valutato che potrebbero volerci anni per bonificare tutte le infrastrutture di Hamas, secondo i media. E questo potrebbe anche mettere a rischio la vita degli ostaggi.  

Ieri, sempre Channel 12, aveva riferito che all’interno del gabinetto di sicurezza israeliano era emersa una divisione sul tema. L’ala della destra estrema al governo spinge per l’espansione delle operazioni a Gaza: sono favorevoli il ministro degli Affari strategici Ron Dermer, il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir, il segretario militare, il maggiore generale Roman Gofman, e il segretario di gabinetto Yossi Fuchs.  

Dall’altro lato, tra coloro che chiedono invece di proseguire gli sforzi per raggiungere un accordo di cessate il fuoco, figurano il capo di Stato maggiore dell’Idf, il tenente generale Eyal Zamir, il ministro degli Esteri Gideon Saar, il leader dello Shas Aryeh Deri, il consigliere per la sicurezza nazionale Tzachi Hanegbi, il capo del Mossad David Barnea, il negoziatore dello Shin Bet e il maggiore generale Nitzan Alon, che sta supervisionando il fascicolo sugli ostaggi per conto dell’esercito. 

La fame come arma di guerra e come arma di propaganda. Dopo settimane in cui le immagini dei bimbi scheletrici di Gaza avevano tenuto banco sui media internazionali e fatto finire Israele sotto accusa, i video dei due ostaggi israeliani Evyatar David e Rom Braslavski gravemente deperiti hanno scatenato la controffensiva politica e diplomatica di Tel Aviv. 

“La ‘menzogna della fame’ di Hamas sta risuonando in tutto il mondo, mentre sono i nostri ostaggi a soffrire crudeli abusi fisici e psicologici”, ha attaccato il premier Benjamin Netanyahu durante un colloquio con il capo della delegazione della Croce Rossa nella regione, Julian Larisson. “Il mondo non può restare inerte di fronte a immagini scioccanti che ricordano i crimini nazisti”, ha sottolineato, e che “dimostrano che Hamas non ha alcun interesse a raggiungere un accordo per il loro rilascio”. Quello che il movimento islamista vuole è “spezzarci, con questi video orribili, con la falsa propaganda dell’orrore che diffonde in tutto il mondo”, ha insistito. 

Hamas dal canto suo ha negato che dietro la condizione dei due ostaggi vi siano abusi o torture. “Non facciamo morire di fame intenzionalmente i prigionieri: mangiano lo stesso cibo che mangiano i nostri combattenti e la popolazione in generale”, hanno dichiarato in una nota le Brigate Ezzedin al Qassam, braccio armato di Hamas. Gli ostaggi “non riceveranno alcun privilegio speciale a fronte del crimine di affamare e assediare” la popolazione, si legge ancora nel comunicato. 

Il capo di stato maggiore dell’Idf, il tenente generale Eyal Zamir, si oppone alla spinta del premier Benjamin Netanyahu a occupare Gaza. La notizia, in apertura di tutti i giornali israeliani, è stata ampiamente commentata dalla classe politica, alimentando un acceso dibattito e diverse polemiche. A cominciare da quella sollevata da Yair Netanyahu, il figlio del primo ministro, che ha dichiarato che è stato il ministro della Difesa Israel Katz ad aver insistito sulla scelta del generale Zamir a capo delle forze di difesa. 

Il leader dell’opposizione Yair Lapid ha invece affermato che le controversie tra il primo ministro e il capo di stato maggiore delle Idf devono rimanere a porte chiuse. “Ho avuto discussioni anche con il capo di stato maggiore dell’Idf, come ministro degli Esteri e come primo ministro. Alcune non sono state semplici. Solo una cosa ci è chiara: devono rimanere a porte chiuse”, ha scritto Lapid su X. 

“I soldati dell’Idf non devono pensare che una leadership divisa e conflittuale li stia guidando, che la classe politica non rispetti il loro comandante, che li stia svendendo per un titolo”, ha proseguito. Lapid afferma, inoltre, che esiste un “prezzo operativo” per la fuga di notizie sulle discussioni, accusando il capo di stato maggiore dell'Idf di astenersi dal dire tutto ciò che pensa se sa che arriveranno alla stampa. 

A contribuire alla polemica è stato anche Yossi Yehoshua, corrispondente militare di Yedioth Aharonoth, che ha scritto che “se Netanyahu è davvero interessato a prendere la decisione davvero drammatica e divisiva per l’opinione pubblica israeliana – l’occupazione di Gaza City e dei campi profughi centrali – deve presentarsi al popolo, chiarire il prezzo previsto per le vite degli ostaggi e dei soldati che cadranno e dichiarare di assumersi la piena responsabilità, nonostante l’opposizione delle Forze di difesa israeliane”. 

Non si è fatta attendere la risposta di Yair Netanyahu, che ha controbattuto al giornalista con toni duri: “Se chi ti ha dettato quel tweet è chi pensiamo, si tratta di una ribellione e di un tentativo di colpo di stato militare degno di una repubblica delle banane in America Centrale durante gli anni ’70. Questo è completamente criminale”, ha detto, alludendo alla possibilità che lo stesso Zamir abbia dettato i post del giornalista.