TEL AVIV - L’incontro, previsto per martedì alla Casa Bianca, sarà il primo di Trump con un leader straniero dal suo ritorno alla presidenza. La visita di Netanyahu avverà mentre mediatori statunitensi e arabi cercano di definire la prossima fase dell’accordo per ridurre il conflitto nella Striscia di Gaza e ottenere il rilascio di decine di ostaggi ancora trattenuti da Hamas.

Hamas, che ha riaffermato rapidamente il proprio controllo su Gaza dopo il cessate il fuoco dello scorso mese, ha dichiarato che non rilascerà gli ostaggi previsti nella seconda fase senza la fine della guerra e il ritiro totale delle forze israeliane.

In questo momento Netanyahu sta venendo sottoposto a forti pressioni dai suoi alleati di estrema destra affinché riprenda le operazioni militari dopo la conclusione della prima fase all’inizio di marzo. Il primo ministro ha ribadito che Israele rimane impegnato a sconfiggere Hamas e a garantire il ritorno di tutti gli ostaggi catturati il 7 ottobre 2023, data dell’attacco che ha dato inizio al conflitto.

Trump ha sempre sostenuto Israele, ma ha anche promesso di porre fine alle guerre in Medio Oriente e si è attribuito il merito di aver contribuito alla tregua.

L’accordo ha fermato i combattimenti e portato al rilascio di 18 ostaggi israeliani detenuti per oltre 15 mesi, oltre alla scarcerazione di centinaia di palestinesi imprigionati da Israele.

In una dichiarazione diffusa prima della partenza, Netanyahu ha affermato che, collaborando, Israele e Stati Uniti possono “rafforzare la sicurezza, ampliare il cerchio della pace e inaugurare un’era di pace tramite la forza”.