MELBOURNE - Nicola Gobbo ha presentato la sua versione dei fatti sulle vicende che l’hanno portata a svolgere il doppio ruolo di legale di alcuni noti ‘personaggi’ condannati per vari tipi di reati e informatrice della Polizia nel corso di una deposizione durata quattro giorni di fronte alla Commissione d’inchiesta che sta facendo luce sullo scandalo.
“È vero, potenzialmente le mie azioni hanno intralciato il corso della giustizia”, ha ammesso Gobbo, raccontando il percorso che l’ha portata a collaborare in modo sempre più stretto – dal 1995 fino al 2009 – con le forze dell’ordine.
“Accetta il fatto di essere stata in pratica una pedina della Polizia e non un patrocinatore legale indipendente?”, ha chiesto l’avvocato che assiste l’inchiesta Chris Winneke. “Sì, mi rendo conto di essere stata uno strumento della Polizia”, ha risposto, aggiungendo che in più occasioni ha riferito alla Polizia di un particolare crimine commesso da un suo cliente, salvo poi rappresentarlo e difenderlo in giudizio dopo che il cliente era stato arrestato.
“Non c’è dubbio che il mio comportamento ha mostrato una completa mancanza d’etica”, ha ammesso l’ex avvocato che ha poi cercato di spiegare: “Volevo sentirmi apprezzata, e la depositaria d’informazioni importanti”.