LIMA - Un giudice del Perù ha respinto la richiesta della Procura di imporre sei mesi di custodia cautelare all’ex presidente Martín Vizcarra, imputato per il presunto reato di cohecho pasivo proprio (una forma di corruzione), risalente al periodo in cui fu governatore della Regione di Moquegua, tra il 2011 e il 2014.
La decisione è stata comunicata al termine di un’udienza durata due giorni. Il magistrato Víctor Alcocer ha stabilito che non esistono elementi sufficienti per giustificare il rischio di fuga sostenuto dall’accusa, motivo per cui ha rigettato la misura cautelare richiesta.
Vizcarra, che ha guidato il Paese tra il 2018 e il 2020, ha ribadito la propria innocenza e si è detto disponibile a collaborare con le autorità giudiziarie per chiarire ogni accusa. «Confido nella giustizia e, in base all’andamento del processo, non ho il minimo dubbio che sarò assolto», ha dichiarato durante l’udienza.
Nonostante la libertà concessa, il giudice ha imposto al politico il divieto di uscire dal Paese, di recarsi in ambasciate o di incontrare diplomatici per i prossimi sei mesi. La difesa di Vizcarra ha annunciato che presenterà appello contro queste restrizioni.
Anche la Procura peruviana ha già comunicato l’intenzione di appellarsi alla decisione del tribunale, sostenendo la necessità della custodia cautelare in vista del proseguimento del processo.