ROMA - Il centrodestra, dopo aver portato a casa l’elezione del nuovo consiglio di amministrazione della Rai, punta tutto sulla indisponibilità a ulteriori rinvii, e adesso spera di superare lo scoglio della Vigilanza proprio prendendo tempo.
Il primo step si è completato con l’elezione dei quattro consiglieri di nomina parlamentare: Federica Frangi (Fdi), Antonio Marano (Lega), Alessandro Di Majo (M5s) e Roberto Natale (Avs), e con l’indicazione da parte del Mef di Giampaolo Rossi e Simona Agnes.
Quest’ultima è stata difesa strenuamente da Forza Italia, pur consapevole che sul suo nome, al momento, non ci sono i due terzi dei voti necessari in commissione di Vigilanza per la ratifica della nomina.
Il centrodestra è riuscito ad aprire un canale, prima con il M5s e poi con la sinistra, che hanno deciso di partecipare al voto sul consiglio di amministrazione nonostante il Pd di Elly Schlein abbia deciso di astenersi in nome della propria “coerenza”, ovvero dell’assunto “niente nomine senza riforma”, la stessa linea su cui si sono schierati Italia viva e Azione.
Né i pentastellati né Bonelli e Fratoianni, tuttavia, si dichiarano disponibili a fare da sponda alla nomina di Agnes come presidente. La loro richiesta è quella di avere un nome di garanzia, diversamente si torna allo schema iniziale, ossia disertare il voto della Vigilanza, dove alla maggioranza mancano due voti.
Tuttavia, nella coalizione di governo si continua a non escludere la possibilità di far cambiare posizione al M5s, magari con la lusinga della direzione di Rainews24 o addirittura del Tg3.
Il primo passaggio, comunque, è la convocazione dell’assemblea dei soci, successivamente del cda stesso per l’indicazione di amministratore delegato e presidente, e a quel punto la palla passa all’ufficio di presidenza della Vigilanza cui spetta il compito di fissare la data del voto sul presidente.
Resta sempre l’ipotesi che il nome di Simona Agnes venga prima bocciato e poi riproposto, come già accadde a Marcello Foa. Uno smacco che però Forza Italia vorrebbe evitare.