Se da un lato il giovane Matthew Pagnin, residente a Pascoe Vale South e studente in Optometria e Neuroscienze presso l’Università di Melbourne, appare soddisfatto del suo record australiano e di quello mondiale su panca piana con pesi, da rispettivamente 108 e 113 kg, dall’altro si domanda perché questa disciplina non sia ancora rappresentata alle Olimpiadi.
Viene quindi spontaneo chiedere a Pagnin – che compirà 19 anni il prossimo 8 aprile – come uno studente di Scienze, con radici che affondano a Vizzini (Sicilia), Padova (Veneto), Cittanova (Calabria) e Fucecchio (Toscana), riesca a trovare il tempo necessario per intraprendere un programma intensivo di allenamento della panca piana, basato su progressioni scientifiche e pensato per chi vuole realmente mettersi in gioco. Un piano alquanto rigoroso e strutturato su diciotto settimane di lavoro suddivise in tre mesocicli differenti.
“Quando accarezzi l’idea di seguire qualcosa che proprio ti piace e fa per te, il tempo lo trovi”, ha affermato Pagnin.
Giovane, alto un metro e 75 centimetri e di appena 60 kg, a prima vista Matthew non sembra affatto il tipo che potrebbe sollevare dei pesi da record mondiale. Ma da cosa e com’è nata questa sua passione per il sollevamento pesi?
“Incontravo spesso due miei amici, Alex e Isaac, nella palestra del Coburg Leisure Centre – ha spiegato –. Andavamo anche in altre palestre per provare le nuove macchine di sollevamento pesi a disposizione. Alex, che è un po’ più alto e massiccio, riusciva a far sempre meglio di me. Ma non mi sono mai scoraggiato e ho sempre cercato di sollevare più pesi di lui. E proprio lui mi ha incoraggiato a iscrivermi al Melbourne Open II”.
Pagnin ha sempre creduto che quando lavori sodo in qualcosa a cui credi, tendi a progredire con successo. “Ho cominciato a notare che attraverso il sollevamento dei pesi non solo sono diventato fisicamente più forte, ma anche più resiliente”, ha aggiunto.
Per caso, un altro frequentatore della palestra, osservando il fisico di Matthew e il peso che stava sollevando, gli ha suggerito di controllare su Google quale fosse il peso massimo da sollevare nella sua categoria di peso ed età. Pagnin è rimasto quindi molto sorpreso quando ha scoperto che il suo peso massimo doveva essere meno dei 107 kg che già riusciva a sollevare.
Alla competizione Powerlifting Australia dello scorso 22 dicembre, Pagnin è riuscito a sollevare fino a 108 kg nella prima prova, raggiungendo così un nuovo record, sia per l’Australia sia per l’Oceania. Ma è nella seconda prova che è riuscito a sollevare lo straordinario peso di 113 kg, aggiudicandosi così il titolo di record mondiale. Nella terza prova Matthew ha poi provato a sollevare 117kg, senza però riuscirci: “Sarà per un’altra volta – ha affermato sorridendo –. C’è sempre un limite per ogni cosa”.
Il padre Mark, giustamente orgoglioso del figlio, ha affermato: “Per la sua statura e peso, non penseresti mai che questo ragazzo possa segnare un nuovo record mondiale”.
“In quel momento ho provato un grande senso di gioia ma ho anche capito che veramente tutto è possibile – ha detto Matthew –. Sono molto soddisfatto, ma non vorrei iniziare ad adagiarmi sugli allori. Questo è solo un primo passo di un lungo viaggio. C’è sempre spazio per poter far meglio”.
Impossibile non chiedere a Matthew che ruolo abbiano giocato le origini italiane dei suoi genitori in questo suo percorso sportivo: “Le mie origini giocano un grosso ruolo. Sono orgoglioso di sentirmi italo-australiano, amo tanto la cultura e la lingua italiana. Questo credo mi dà quel senso di equilibrio tra il mio modo di fare e pensare, e il mio allenamento fisico. Così come il mio forte senso di identità mi dà confidenza nell’intraprendere nuove sfide”.
Chiediamo ancora a Matthew da chi ha ottenuto il sostegno necessario che l’ha spinto a questa sua iniziativa sportiva. “Innanzitutto, dalla mia famiglia e dagli amici che mi sono stati vicini e mi hanno dato il sostegno necessario nel corso degli allenamenti. Poi il mio allenatore che mi ha impartito preziose perle di saggezza e tecniche per migliorarmi. Ma devo anche ringraziare la mia fede in Dio che mi ha consentito di esser sempre positivo e resiliente nei momenti negativi. Pregavo per riuscire a star calmo, specialmente quando avvertivo frequenti fastidi al petto proprio prima della mia prima prova alla competizione nazionale”, ha raccontato.
Matthew intende dare qualche consiglio ai giovani che, come lui, stanno contemplando di intraprendere questo tipo di sport a livello agonistico. “Per prima cosa, non dovete aver paura di provare. I primi tentativi sono sempre i più duri. Come si riesce a divorare un elefante? Un boccone per volta”, ha detto.
Solo alcuni anni fa, Pagnin cominciava a sollevare 30 kg, non pensando minimamente che sarebbe arrivato fino a questo punto: “Ma puoi benissimo arrivare a conquistare tanto con il passar del tempo e con perseveranza. Mai darsi per vinti”.
In tutto ciò, per Pagnin restano ancora gli studi universitari: “Per il momento penso ad allenarmi. Noto che sto andando bene con i sollevamenti importanti e mi sto avvicinando ai 130 kg. Forse potrò arrivare fino ai 200 kg”, ha detto.
Matthew è molto orgoglioso di rappresentare la comunità italo-australiana e sente che le sue imprese sportive siano una realizzazione personale e collettiva. Per il futuro, si augura di conseguire un altro record mondiale e spera che questa disciplina entri a far parte dei Giochi olimpici.