Solitamente Sam Cuteri è una persona molto introversa; è un osservatore che si raccoglie nei propri pensieri. Tuttavia, oggi, ha deciso di raccontare la sua storia e condividere le avventure che si nascondono dietro ogni foto del libro speciale della sua famiglia, A long way from home.
Sam si perde nella narrazione dei ricordi, ma si ferma improvvisamente quando, voltando una pagina, trova la foto in doppia pagina di sua moglie, Maria, alla finestra della sua casa d’infanzia a Monasterace, una piccola cittadina vicino a Cosenza. La sua mente si immerge nuovamente nelle preziose memorie, per poi riprendersi e dichiarare: “Così è come la vedevo sempre: alla finestra”. La foto è stata scattata durante una delle loro visite più recenti al paese. Il suo sguardo ha una sfumatura ironica con un tocco di timidezza che traspare dai suoi occhi. Si è messa nello stesso posto dove si metteva sempre da piccola, quando voleva dare uno sguardo verso il mondo che la circondava. Tradizionalmente, alle ragazze non era permesso avventurarsi spesso fuori casa, così quello rappresentava l’unico ponte tra lei e quello che c’era all’esterno. Ancora non sapeva che quel mondo che lei viveva solo da spettatrice le avrebbe riservato, un giorno, indimenticabili avventure.
Sam la vedeva quando percorreva la strada verso il paese; in realtà cercava qualsiasi occasione per passare di lì e catturare uno sguardo di Maria. Nel tempo, strinse amicizia con i suoi fratelli, nella speranza di poter poi conoscere anche lei un giorno.
Sam sfoglia le pagine di questo bellissimo libro, regalatogli da sua figlia Pina, qualche anno fa, che contiene numerose fotografie, ricordi indelebili di persone che hanno fatto parte della loro vita. Il libro testimonia anche tutti i sacrifici e i rischi che Sam e Maria hanno dovuto affrontare per costruire la loro attività.
Sam lasciò la propria città quando era solo un ragazzo. Aveva voglia di nuove avventure e di fare qualcosa di importante con la sua vita. Non gli dispiaceva lavorare la terra, ma gli pesavano le condizioni che c’erano allora a Monasterace. Non avevano infatti elettricità e l’acqua che gli serviva la dovevano prendere da un fiume non lontano. La carne era rara e il cibo era spesso basico e non adeguato. All’età di 21 anni, quindi, Sam decise di imbarcarsi sull’Achille Lauro e arrivò in Australia nel 1967. Sua moglie Maria arrivò che aveva solo 16 anni, due anni dopo, nel 1969.
Dopo solo un paio di giorni dal suo arrivo, Cuteri iniziò a lavorare per le pulizie di pollai a South Morang, insieme ad alcuni familiari. Inizialmente, doveva essere un lavoro temporaneo. Sam ancora non si aspettava che quello sarebbe diventato la sua vocazione in Australia. Negli anni infatti è riuscito a costruire un’attività di successo, e Maria è sempre stata al suo fianco, non facendogli mai mancare il proprio supporto.
Lui ha sempre saputo che lei sarebbe diventata sua moglie. Così, nel 1967, decise di correre un rischio e ritornò in Italia per chiedere la sua mano. Fu così che Sam e Maria convolarono a nozze al Santuario di San Francesco di Paola e rimasero per alcuni mesi a Monasterace, prima di ritornare insieme in Australia.
La vita a quei tempi non era facile. Sam e Maria cercavano di aiutare le proprie famiglie in Italia, ma allo stesso tempo stavano tentando di costruirsi una nuova vita con i propri figli. Lui ebbe da sempre una spiccata predisposizione per gli affari: fin da subito cercò infatti di imparare tutto quello che poté sulla pollicoltura e iniziò a vendere come secondo lavoro polli e uova, porta a porta. Queste furono le basi per la costruzione della loro attività di lavorazione dei polli.
Non furono anni facili. Dovettero destreggiarsi tra impegni familiari, ripagamenti di prestiti e ricerche sulla lavorazione dei polli. Il momento più difficile fu forse quando, una volta, tutti i loro animali vennero uccisi dalla diffusione di un particolare virus. Ma i coniugi Cuteri non si persero d’animo e fecero quello che poterono per continuare a costruire il loro impero che, a oggi, è conosciuto con il nome “La Ionica”.
L’attività crebbe sempre di più negli anni, e non mancarono momenti difficili. Ma Sam e Maria non smisero mai di supportarsi l’un l’altra e, insieme, riuscirono sempre a trovare le soluzioni ai problemi che affrontavano. Sono sempre stati e continuano a essere ancora oggi il pilastro dell’azienda.
Anche i tre figli assistettero fin da piccoli i genitori. Per esempio, accompagnavano il padre quando doveva fare le consegne e lo aiutarono nella gestione quando diventarono adulti.
I coniugi Cuteri hanno sempre potuto contare su forti legami con i familiari e con gli amici, che furono sempre al loro fianco sia nei momenti più bui sia in quelli più felici, come la nascita dei meravigliosi nipotini.
Ogni membro della famiglia ha avuto un ruolo fondamentale nel garantirne il successo, specialmente quando, durante un periodo molto difficile, La Ionica fu posta sotto amministrazione controllata. La collaborazione familiare, rafforzata da una forte etica del lavoro, ha dato i suoi frutti e ha permesso la nascita di un’attività fiorente con un modello di business più sofisticato.
La Ionica ha continuato a costruirsi una solida reputazione e, oggi, rappresenta un punto di riferimento nel mercato locale. La diversificazione in altri prodotti alimentari ha significato poi un’ulteriore crescita per l’azienda.
Il nome “La Ionica” compare anche sulle maglie del Melbourne Victory e sugli striscioni dell’AAMI Park nei giorni delle partite. Chi avrebbe mai pensato che il viaggio di Cuteri, iniziato da umili origini a Monasterace, lo avrebbe portato un giorno a essere parte integrante del calcio giocato in uno dei migliori stadi d’Australia?
Il calcio, infatti, è una passione che accomuna Sam e Maria che, durante gli anni, hanno sponsorizzato diversi club sportivi. La loro speranza è garantire che lo sport possa essere apprezzato da tutta la comunità – per questo, anche la loro sponsorizzazione del Victory come club di A-League. E, come tutti i tifosi, guardano attentamente ogni partita. Durante i momenti di tensione, è facile vedere Sam che osserva attentamente i giocatori, magari camminando nervosamente con le mani infilate in tasca, ma sempre mantenendo la calma e il suo fare silenzioso. Maria, invece, è molto più animata.
Chiunque incontri Sam riconosce subito la sua umiltà e il suo mantra: “Non importa quanto successo ottieni. Non dimenticare mai da dove vieni e cosa ti ha permesso di arrivare dove sei”.
Sam e Maria non hanno infatti mai dimenticato le difficoltà. Per questo, in tutto questo tempo, hanno sempre dato il loro contributo facendo beneficenza, testimoniando così la loro generosità e il loro senso di responsabilità sociale.
Sam e Maria hanno sempre vissuto fianco a fianco, lavorando sodo, e adorano le tradizioni della loro eredità calabrese.