Lo scorso venerdì 17 febbraio l’exchange di criptovalute italiano, The Rock Trading, ha annunciato, come un fulmine a ciel sereno, di aver bloccato ogni tipo di operatività per problemi nella “gestione della liquidità”.

Una situazione che, considerati i recenti fallimenti legati al mondo delle crypto (uno per tutti FTX, come ampiamente raccontato da queste pagine), ha generato una grandissima apprensione fra gli utenti. Nonostante il nome, l’exchange con sede a Milano è un sassolino se paragonato alle realtà mondiali, ma è sempre stato considerato una delle eccellenze italiane e senza ombra di dubbio tra i più longevi e resilienti del settore.

Uno scarno comunicato con il classico: “La società sta conducendo verifiche interne per individuare le cause del problema e valutando l’adozione di tutte le iniziative opportune o necessarie per tutelare la clientela”.

E poi silenzio totale per diversi giorni, quando il sito è finalmente tornato accessibile, ma in modalità sola lettura, per permettere ai circa 34mila clienti di collegarsi e perlomeno scaricare un estratto conto. Già da qualche settimana in molti avevano riscontrato difficoltà e ritardi a prelevare i propri fondi, ma il tutto sembrava dovuto al cambiamento di partner bancario, con la chiusura del rapporto fra la piattaforma e Banca Sella e lo spostamento verso una banca irlandese.

Voci di corridoio dicono che la banca sospettasse che il bilancio dell’azienda non fosse così trasparente come dichiarato e pertanto abbia deciso di terminare la collaborazione. In generale l’assenza di comunicazioni ufficiali non è certo un’iniezione di ottimismo e molti utenti si sono così aggregati in un canale Telegram per cercare maggiori informazioni.

Alcuni si sono anche improvvisati investigatori e tra una visura camerale e l’analisi dei bilanci passati il quadro è tutt’altro che roseo: The Rock Trading è una Srl con capitale sociale di soli 10mila euro, con un solo bilancio chiuso in attivo in 10 anni di attività e con un attacco hacker subito nel 2021 che avrebbe portato un ammanco di circa un milione di euro.

Si è anche andati ad indagare il ramo maltese dell’azienda il quale era partner commerciale di una società panamense, tale Crypto Capital Corporation, che nel 2018-19 ha avuto un buco finanziario di 850 milioni di dollari e il cui CEO Ivan Manuel Molina Lee è stato arrestato dall’Interpol con l’accusa di riciclaggio.

Tutto ciò non dovrebbe aver nulla a che fare con i risparmi degli utenti, ma già col caso FTX abbiamo avuto modo di vedere quanti magheggi è possibile effettuare con le criptovalute dei clienti.

Not your key, not your coin” è un vero e proprio mantra per chiunque sia nel mondo delle criptovalute da un po’ di tempo. Il significato di questa espressione è quello di non lasciare la custodia delle proprie criptovalute agli exchange, i quali troppo spesso vengono utilizzati allo stesso modo di una banca a cui affidiamo il grosso dei nostri risparmi.

Gli exchange sarebbero invece da utilizzare solo come portale per acquistare le monete digitali, che andrebbero poi spostate all’interno di un wallet privato, unico modo che può dare la piena certezza di non vedere i propri investimenti crypto sparire nel nulla.

Ricordiamo che l’intento di questa rubrica non è di dare consigli finanziari, ma analizzare il mondo delle criptovalute per renderlo più accessibile a tutti.