Le giornate scorrevano lente, scandite dal rumore dei fiumi e dal canto degli uccelli che vivevano nascosti tra gli alberi. Nessuno dei due aveva mai pensato realmente al futuro: in un posto così remoto, il futuro era qualcosa che semplicemente accadeva. Quando raggiunsero l’età per sposarsi, lo fecero senza esitazioni.

Non avevano ricchezze né certezze, ma il loro amore era così radicato da sembrare indistruttibile. Vivevano con poco, arrangiandosi come potevano, mentre la madre di Nina, malata da anni, richiedeva cure costose che assorbivano gran parte dei loro guadagni. Per questo non potevano allontanarsi per cercare fortuna nella capitale o in un altro Paese.

Quando Nina rimase incinta, la realtà si fece più dura. Nacho, che zoppicava leggermente a causa di una vecchia ferita, sapeva che trovare un lavoro stabile sarebbe stato difficile. Lo ripeteva spesso a Nina: “Non assumeranno mai uno zoppo”. Eppure doveva tentare, non vi era alternativa.

Le due uniche grandi realtà economiche della zona erano la succursale locale di una grossa multinazionale e la centrale idroelettrica che forniva elettricità a tutto il territorio. Così, con il cuore in gola e il passo incerto, Nacho si presentò al colloquio per diventare guardia notturna alla centrale. Sorprendentemente, fece un’ottima impressione: la sua determinazione colpì i responsabili e venne assunto.

Il lavoro era monotono, passava le notti davanti a degli schermi, ma era pagato bene per gli standard locali e garantiva stabilità alla sua famiglia. Anche quando nacque la piccola Isabela, Nacho e Nina riuscivano a vivere con dignità e a pagare le cure della madre di lei.

Poi arrivò il COVID, come un uragano imprevedibile. La multinazionale dovette chiudere la succursale e molti amici di Nacho persero il lavoro da un giorno all’altro. Lui si sentì fortunato ad avere un posto nella centrale, almeno finché non arrivò la notizia peggiore: senza gli introiti indiretti generati dalla presenza della multinazionale, la centrale non aveva più convenienza economica a restare attiva.

La chiusura avrebbe condannato il villaggio a rimanere senza elettricità ma anche senza acqua potabile. La comunità locale non si diede per vinta, si mobilitò e con l’aiuto dell’ex ministro dell’energia, da sempre aperto alle nuove tecnologie, iniziò a cercare una soluzione.

Fu così che venne contattata un’azienda europea impegnata nell’installazione di mining farm all’interno di centrali idroelettriche. Sembrava che, sfruttando l’elettricità per minare Bitcoin, l’azienda fosse riuscita più volte a dare nuova vita a strutture altrimenti destinate all’abbandono.

E fu così che l’arrivo di Bitcoin cambiò tutto: la centrale ritrovò la sostenibilità economica che era andata perduta, Nacho mantenne il lavoro permettendo di pagare le cure della suocera e l’asilo di Isabela.

Molti pensano ancora che Bitcoin sia solo speculazione, solo aria fritta. Questa storia dimostra il contrario: Bitcoin è l’unico strumento economico che permette anche di trasformare l’energia elettrica in tangibile valore economico, tutt’altro che aria fritta.

Nacho e Nina sono personaggi di fantasia, ma tutto il resto che vi abbiamo raccontato è vero: l’intervento dell’azienda straniera ha permesso al paesino di sopravvivere. Il suo nome? Alps Blockchain, una start-up italiana in rapida crescita che è già da considerarsi una delle nostre eccellenze nel mondo.

Nella prossima uscita racconteremo la sua nascita, i principali successi nel campo del mining e la recente lungimirante decisione di ampliare il proprio campo d’azione.

Questo articolo contiene opinioni personali dell’autore che non devono costituire la base per prendere decisioni di investimento. Ricordiamo che l’intento di questa rubrica non è quello di dare consigli finanziari, ma semplicemente analizzare il mondo delle criptovalute per renderlo accessibile a tutti.