Come ad ogni grande convegno del settore che si rispetti non è mancata la presenza di Michael Saylor, proprietario di MicroStrategy, che in molti definiscono il Bitcoiner più importante al mondo.
La sua presentazione, dal titolo “La rivoluzione di Bitcoin, ricostruire l’economia globale attraverso il capitale digitale” può tranquillamente essere definita una vera e propria lectio magistralis sull’argomento.
La premessa al suo argomentare è che il settore economico come lo conosciamo oggi si basa su idee e tecnologie del secolo scorso: i mercati finanziari operano solo negli orari lavorativi, sono chiusi nei fine settimana e nelle festività e tutto è lento e costoso. Per far sì che le società avanzino abbiamo bisogno di idee innovative basate su nuove tecnologie. Saylor ha poi mostrato un grafico rappresentante i 900 miliardi di dollari di ricchezza globale e come questi sono distribuiti tra asset finanziari e fisici. Anche qui, tutti investimenti basati su idee dello scorso secolo tranne una piccola fetta dello 0.1% del totale che corrisponde al miliardo di dollari in Bitcoin. La teoria dell’imprenditore è che uno dei motivi per cui l’economia globale sta soffrendo è che si continuano a utilizzare sistemi imperfetti per la riserva di valore. Lasciare i nostri risparmi in denaro fisico è chiaramente l’idea peggiore proprio a causa dell’inflazione galoppante che ci impoverisce ogni anno e che ultimamente affligge fortemente anche i Paesi del cosiddetto primo mondo. Se pensiamo ad un modo di investire il nostro capitale dovremmo pertanto cercare un prodotto che abbia la durata più lunga possibile e dai bassi costi di mantenimento. Gli asset finanziari come azioni e bond ci possono certo far avere una rendita, che viene tassata, e ci costano una cifra annuale per il mantenimento, quindi non sembrano, almeno dal punto di vista di Saylor, un investimento ottimale. Stessa cosa per gli asset fisici come una casa o un terreno, anche in questo caso legati a costi fissi, tasse e rischi intrinseci come le intemperie e l’invecchiamento.
In un quadro di questo tipo verrebbe da pensare che non vi è soluzione alcuna, ci troviamo in un gioco a perdere dal quale non si può uscire. Una via d’uscita invece esiste: Bitcoin è il primo e unico capitale digitale che non appartiene a nessuno (e quindi appartiene a tutti) e che racchiude in sé le caratteristiche di immortalità e immutabilità. Saylor ha parlato di Bitcoin come di una categoria a sé stante che non ha paragoni con qualsiasi asset finanziario o fisico esistente al mondo. Il miliardario ha anche spiegato la ricetta di come abbia reso la sua azienda un successo: semplicemente convertendo il capitale sociale in Bitcoin.
Secondo Saylor questa sarebbe la strada che anche i governi in giro per il mondo dovrebbero seguire: tramutare le riserve delle tesorerie di Stato dall’oro e investimenti vari in Bitcoin, supportare l’integrazione con il sistema bancario e incoraggiare l’investimento in Bitcoin alle popolazioni tramite leggi favorevoli. Il consiglio finale di Saylor è di mettere le mani sulla proprietà digitale che al momento sono ancora in pochi a volere, ma che tra qualche anno, magari qualche decina di anni, tutti vorranno possedere. Ed è con una massima di Satoshi Nakamoto, datata 17 Gennaio 2009, a pochi giorni dal rilascio ufficiale del Bitcoin, che Michael Saylor chiude il suo intervento: “Avrebbe senso accaparrarsi un po’ di Bitcoin nell’eventualità che esso abbia successo. Se abbastanza persone la dovessero pensare allo stesso modo ecco che questa diventerà una profezia che si autoavvera”.
Questo articolo contiene opinioni personali dell’autore che non devono costituire la base per prendere decisioni di investimento. Ricordiamo che l’intento di questa rubrica non è quello di dare consigli finanziari, ma semplicemente analizzare il mondo delle criptovalute per renderlo accessibile a tutti.