Abbiamo anche raccontato di $TRUMP, il token lanciato del neopresidente degli Stati Uniti, un vero successo che era stato preventivato dai collaboratori di Trump, il quale ne ha tratto un bel vantaggio economico. Se pensiamo a un altro Capo di Stato divisivo e estroso come quello a stelle e strisce non può che venire in mente Javier Milei.

E proprio un paio di settimane fa, il libertario presidente dell’Argentina, ha pensato di promuovere una criptovaluta dal nome $LIBRA tramite un post sul social X, in cui diceva che tale progetto sarebbe servito per sostenere l’economia locale, concludendo il tutto con un perentorio: “il mondo vuole investire in Argentina”. Una chiamata alle armi per quella che a prima vista poteva sembrare un’iniziativa più seria rispetto a quella del collega americano e alle migliaia di meme coin che ogni giorno spuntano come funghi. Non stupisce quindi che la moneta abbia visto la capitalizzazione di mercato balzare a 4,5 miliardi di dollari nel giro di un paio di ore.

Tutto ciò era però l’ennesimo “pump & dump”, ovvero una tecnica che esiste da ben prima delle criptovalute e di cui si sta davvero abusando negli ultimi tempi: un’azienda crea un token, ottiene il supporto sui social media da parte di una celebrità di qualsiasi tipo ed ecco che il prezzo inizia a salire in maniera tanto più verticale quanto è il livello di fama della persona che lo sta promuovendo.

Una volta che il prezzo arriva ad una cifra prestabilita, ecco che i promotori iniziano a vendere le monete di cui sono in possesso a danno degli investitori e il valore collassa in maniera ancora più vertiginosa di quanto era salito. In questo caso abbiamo assistito ad un crollo del 90% col presidentissimo che si affrettava a rimuovere il post su X, scatenando un ulteriore panico che ha fatto scendere ancora maggiormente il prezzo.

L’opposizione argentina ha subito denunciato l’accaduto, accusando Milei di impeachment e facendo ufficialmente partire un’indagine federale. A quel punto il presidente, capendo di non poter più nascondere la testa sotto la sabbia, ha incolpato apertamente KIP Protocol, l’azienda creatrice del progetto e promesso il lancio di una task force con l’obiettivo di smascherare i veri responsabili. Non finisce qui però, uno dei principali quotidiani argentini, La Nación, ha pubblicato degli screenshot apparentemente antecedenti agli eventi in cui i fondatori dicevano di aver pagato la sorella di Milei e di poter ottenere da lui un post a favore di $LIBRA, cosa poi accaduta veramente. Se tutto ciò venisse confermato, la truffa sarebbe acclarata.

Un autentico caso politico, impensabile come un Capo di Stato possa esporsi a questo tipo di scandali e proprio per questo alcuni pensano che egli sia stato raggirato e che le sue intenzioni fossero realmente quelle di promuovere l’economia argentina. Questa opzione però non sarebbe meno grave, poiché il leader di uno stato, un economista per giunta, non può né deve farsi trascinare in situazioni di questo tipo.

Al contempo, mette tristezza vedere come ancora esistano milioni di individui che credono di poter diventare ricchi semplicemente investendo cifre irrisorie. Succedeva con gli imbonitori televisivi degli anni ‘90 e succede adesso con queste frodi, sembra davvero che l’essere umano non sia minimamente in grado di imparare dai suoi errori.

Questo articolo contiene opinioni personali dell’autore che non devono costituire la base per prendere decisioni di investimento. Ricordiamo che l’intento di questa rubrica non è quello di dare consigli finanziari, ma semplicemente analizzare il mondo delle criptovalute per renderlo accessibile a tutti.