“Terremoto e tragedia”, come diceva Abatantuono in un film cult degli anni 80, sarebbero i termini più appropriati per riassumere questo 2022.
Non esageriamo se diciamo che quello passato è uno degli anni peggiori della pur breve storia delle criptovalute, il mercato ribassista ha colpito con estrema forza il settore, unendosi a problematiche economiche, geopolitiche e sociali su scala mondiale che ne hanno ulteriormente acutizzato gli effetti.
Non c’è diversificazione che avrebbe retto, le perdite sono state consistenti praticamente in qualsiasi comparto e chiunque abbia investito nel corso del 2022 si è ritrovato con un portafoglio che definire sanguinante sarebbe un eufemismo. L’anno era iniziato in calo rispetto all’all-time high di Bitcoin di qualche mese prima, ma le premesse per il prosieguo della cavalcata c’erano tutte: adozione in continua crescita, il termine ‘crypto’ sempre più sulla bocca di tutti e nuovi capitali pronti ad entrare nel settore. Purtroppo, poi qualcosa si è inceppato: il conflitto russo-ucraino ha dato una prima botta ai mercati in generale e poi l’inizio della recessione economica globale e soprattutto alcuni eventi interni al settore hanno inflitto un colpo dopo l’altro alle criptovalute.
Pensiamo soprattutto a Terra-Luna, uno dei protocolli più adottati, il cui collasso ha causato una reazione a catena nel corso dei mesi successivi. Dal punto di vista di chi vi scrive, senza l’affaire Terra-Luna, non avremmo assistito a tutte le catastrofi e i fallimenti che si sono susseguiti nel 2022: Three Arrows Capital, Celsius, Voyager, BlockFi e il celebre FTX, per citarne alcuni.
Nonostante quanto accaduto la maturazione dell’intero settore è davanti agli occhi di tutti: se anni fa qualcuno avesse detto che si sarebbe potuto prendere un prestito in banca usando Bitcoin come collaterale o che i loghi degli exchange crypto avrebbero capeggiato sui cartelloni pubblicitari di mezzo mondo, non ci avremmo creduto. In aggiunta, nonostante le solite previsioni catastrofiche, Bitcoin non è morto, anzi si è dimostrato resiliente e i programmatori di tutto il mondo hanno continuato a lavorare e implementare innovazioni come non mai prima d’ora.
Anche i possessori di Bitcoin hanno continuato ad accumulare, ben consci che in futuro saranno premiati per la loro fedeltà. Il 25% dei Bitcoin in circolazione non si muove da 5 anni e in generale il numero di monete che esce dagli exchange per finire nei portafogli personali degli utenti continua ad aumentare, una tendenza accelerata dalla paura di ulteriori implosioni come FTX.
Questo significa che chi possiede Bitcoin non ha intenzione di venderlo, ben conscio di stare facendo parte della storia e che solo chi sa attendere sarà ripagato dalle sofferenze di questi tempi bui. Il 2022 ha visto un ritracciamento del prezzo di Bitcoin di circa il 60%, non troppo male tutto sommato se pensiamo che Tesla, l’azienda dell’uomo più ricco al mondo, ha perso quasi un 70% nello stesso lasso di tempo (alla faccia del rischio di volatilità delle criptovalute!).
Tra l’altro il network di Bitcoin ha continuato a mettere un blocco dopo l’altro ogni 10 minuti senza interrompersi mai, questo accade ininterrottamente da quasi 10 anni. Quanti altri sistemi informatici possono dirsi altrettanto performanti? Ricordiamo che l’intento di questa rubrica non è di dare consigli finanziari, ma analizzare le criptovalute per renderle accessibili a tutti.