L’Italia è al terzo posto nel mondo per età media della popolazione. Nel 2023 l’italiano medio aveva 48,1 anni – dietro solo ai residenti del Principato di Monaco (56,2) e del Giappone (49,5). In tutto il mondo, i giovani adulti stanno posticipando la decisione di avere figli.
Non sorprende quindi che, anche in Italia, si diventi nonni più tardi rispetto al passato e che il ruolo stesso stia cambiando.
Una recente e dettagliata analisi compiuta sui risultati di un’indagine nazionale mostra che, tra il 1998 e il 2016, l’età tipica per raggiungere questo traguardo si è spostata in avanti in modo significativo. In media, nel 2016 le donne diventavano nonne a 57 anni, rispetto ai 54 del 1998, e gli uomini a 62 anni, rispetto ai 59.
Si tratta di un aumento più marcato rispetto al ritardo osservato per la nascita del primo figlio. Oggi, nel 2025, l’età media per diventare nonni è senza dubbio ancora più alta, mentre la popolazione italiana continua a invecchiare.
Il cambiamento è particolarmente evidente tra gli adulti di mezza età. Vent’anni fa, circa il 43% delle donne tra i 55 e i 59 anni aveva almeno un nipote; nel 2016 la percentuale è scesa al 33%. Per gli uomini tra i 60 e i 64 anni, il calo è stato di circa l’11%. Due fattori principali alimentano questa tendenza: più persone non fanno figli e più figli adulti posticipano la genitorialità.
Ma ci sono degli aspetti positivi: se i nonni di oggi sono più anziani, sono anche più istruiti e più in salute. L’età media è passata da 68 a 71 anni nel 2016 e la quota con un livello di istruzione superiore alla scuola secondaria di primo grado è raddoppiata, dall’11% al 22%. I problemi cronici di salute sono meno diffusi, segno di una popolazione anziana generalmente più sana.
Pure la dimensione delle famiglie si sta riducendo. I nonni hanno oggi meno figli (da 2,7 in media a 2,4) e meno nipoti (da 3,5 a 3,1). È meno comune vivere con i figli e la coabitazione con i nipoti resta rara. Allo stesso tempo, le reti sociali stanno cambiando: più nonni dichiarano di poter contare su amici e parenti, ma meno su vicini di casa.
Il tempo trascorso come nonni, però, non è cambiato molto, perché i pensionati italiani vivono a lungo. Considerata la maggiore aspettativa di vita attuale— oggi, una donna di 60 anni vive, in media, 27 anni in più che in passato, mentre un uomo di 60 anni ha una vita che, in media, dura 23 anni in più — significa che le nonne possono trascorrere circa 30 anni con i propri nipoti, e i nonni circa 21 anni.
Oggi la nascita del primo nipote avviene spesso dopo il pensionamento, mentre alla fine degli anni ‘90 tendeva a coincidere con gli ultimi anni di lavoro. La fase del “nido vuoto” arriva ancora dopo l’arrivo dei nipoti, ma l’intervallo si è ridotto.
In sintesi, la cosiddetta "nonnità" in Italia si sposta verso fasi di vita più tardive, più sane e spesso più stabili dal punto di vista economico, con famiglie più piccole e reti di sostegno in trasformazione.
Questi cambiamenti possono influire sul tempo e sull’energia che i nonni possono dedicare ai nipoti, un aspetto importante in un Paese dove i nonni hanno da sempre un ruolo centrale nella famiglia, che include, ma che va anche oltre, la cura dei bambini.
Evviva i nonni e le nonne!