CANBERRA - Il senato ha approvato, con il sostegno congiunto del Partito laburista e della Coalizione, mozioni di censura contro Thorpe e Babet trovati responsabili di comportamenti irrispettosi e divisivi.

La senatrice Thorpe, aborigena delle nazioni Gunnai, Gunditjmara e Djab-Wurrung, è stata censurata per la sua protesta contro Re Carlo durante la visita del monarca in Parlamento dello scorso ottobre. Durante il discorso del re, Thorpe lo aveva accusato di genocidio, un gesto definito “irrispettoso e dirompente” sia dal governo che dall’opposizione.

In seguito, Thorpe aveva dichiarato di non aver mai prestato fedeltà al re al momento del giuramento, sollevando dubbi sulla sua idoneità a restare in Senato. La censura include la proposta di rimuoverla dalle delegazioni ufficiali del Parlamento, inclusa una prossima visita alle Isole del Pacifico.

Commentando la decisione fuori dall’aula, Thorpe ha accusato laburisti e Coalizione di cercare di “mettere a tacere una voce nera”. Mentre stracciava la nota di censura, ha aggiunto: “Se il re colonizzatore tornasse in Australia, lo rifarei”.

Ralph Babet, senatore eletto nel Partito Unito d’Australia di Clive Palmer, è stato censurato per commenti razzisti e offensivi pubblicati sulla piattaforma X dopo l’elezione di Donald Trump. I suoi post, che prendevano di mira persone di colore e la comunità LGBTIQA+, hanno suscitato condanne bipartisan.

In passato, Babet aveva condiviso contenuti divisivi, inclusi video di attacchi terroristici, in forma di protesta contro la censura online.

Il richiamo rivolto ad entrambi i senatori è un gesto simbolico che esprime la disapprovazione del Parlamento, senza conseguenze pratiche dirette. Tuttavia, governo e opposizione hanno riaffermato il valore dell’inclusività, dichiarando che tutti gli australiani, indipendentemente da razza, religione, genere o sessualità, sono apprezzati e benvenuti.