BRISBANE - Il ministro statale per le Risorse naturali, Dale Last, ha dichiarato che l’iniziativa mira ad attrarre investimenti nel settore del gas, contribuendo a ridurre i prezzi e ad alleggerire la pressione sull’approvvigionamento nella Costa Orientale. Le aree saranno disponibili per gare d’appalto a partire da domani, nelle regioni di Cooper-Eromanga a sud-ovest e Bowen-Surat nel centro dello stato.

Il governo Crisafulli ha assicurato che le nuove concessioni non interesseranno il “Channel Country”, dove pianure alluvionali e fiumi sono protetti da nuove attività estrattive. Tuttavia, alcune aree richiederanno probabilmente l’uso della fratturazione idraulica.

Last ha affermato: “Il modo migliore per abbassare i prezzi dell’energia è incrementare l’offerta, e tutto comincia dall’esplorazione”.

Il gruppo industriale Australian Energy Producers ha definito la decisione “cruciale” per garantire l’approvvigionamento futuro di gas.

La reazione degli attivisti climatici è stata particolarmente dura. Dave Copeman, del Queensland Conservation Council, ha definito l’annuncio “devastante e ingannevole”, accusando il governo di “fingere di preoccuparsi del clima mentre approva nuovi progetti fossili”.

Secondo dati federali, solo nel bacino di Bowen ci sarebbe abbastanza gas da generare oltre un miliardo di tonnellate di CO₂, superando le emissioni consentite per il Queensland fino al 2035.

Ellen Roberts, del gruppo Lock the Gate, ha sottolineato che già esistono 16mila pozzi di gas nello stato che mettono a rischio le risorse idriche. “Serve una moratoria urgente sull’espansione del gas per proteggere terra, acqua e clima”.