In realtà, c’è anche chi potrebbe votare tre, quattro o anche più volte  in modo del tutto legale, grazie a quella che si è  tentati di definire una anomalia nella legislazione statale sul voto.

La legge statale consente di essere iscritti e poter votare per di più circoscrizioni come non residenti se si è contribuenti, occupanti o locatari contribuenti.

Ciò sta a significare, ad esempio, che qualcuno che abita a Sydney ma possiede un immobile per investimento nell’Inner West potrà votare in entrambe le municipalità.

In teoria, potrebbe votare in ogni singola elezione dell’amministrazione locale, purché possieda una proprietà in ognuna di esse.

Va chiarito che non è obbligatorio farlo, ma, se vogliono, gli elettori in possesso di questi particolari requisiti devono registrarsi specificamente per le liste non residenziali, il che spiega come tale anomalia elettorale non sia particolarmente diffusa.

La Commissione elettorale del NSW riporta che ammontano a 1,534 le persone che si sono iscritte alle liste non residenziali per le elezioni di questo sabato.

Nonostante il numero limitato di persone che fanno uso di questo diritto, c’è chi lo ritiene obsoleto, ed anche anti-democratico.

La legge, ad ogni modo, non consente a nessuno di votare più di una volta per la stessa elezione comunale, indipendentemente dal numero di proprietà che possiede in una specifica area della circoscrizione, il farlo è passibile di una multa di 22mila dollari e tre anni di carcere.

L’anomalia non è un fenomeno esclusivo del NSW, il voto non residenziale è regolamentato in ogni stato, con l’eccezione del Queensland che lo ha abrogato più di 100 anni fa.

Il regolamento che oggi pò apparire come una stranezza fu istituito circa 200 anni fa, quando i diritti di voto furono stabiliti per la prima volta in Australia.

Questi diritti non erano legati al principio dei diritti umani “una persona, un voto”, che caratterizza le moderne elezioni statali e federali, ma erano invece collegati al possesso di un numero di proprietà.

Mentre altre norme vecchie di secoli – come il divieto di voto alle donne – sono state cancellate dalla legislazione moderna, il voto non residenziale è rimasto anche con l’evoluzione del ruolo delle amministrazioni locali.

Il diritto al voto residenziale è ancora in vigore e domani 1,534 persone si apprestano ad esercitarlo.