SYDNEY - Il primo ministro ha detto che nel paese non c’è spazio “per sventolare i simboli di organizzazioni terroristiche”.
Un corteo di protesta è stato programmato per domenica 6 ottobre, e una veglia per lunedì 7 ottobre, ricorrenza del primo anniversario dell’incursione armata di Hamas nel sud di Israele. Entrambe le manifestazioni sono state organizzate dal Palestine Action Group.
Domenica scorsa più di 30mila persone avevano marciato per le strade di Sydney chiedendo un cessate il fuoco ai conflitti a Gaza e in Libano.
La polizia del NSW sta indagando su quest’ultima manifestazione dopo aver ricevuto segnalazioni secondo le quali i partecipanti avrebbero sventolato bandiere di Hezbollah e immagini del capo politico di Hezbollah Hassan Nasrallah, ucciso lo scorso venerdì in un bombardamento israeliano a Beirut.
In Australia le organizzazioni politiche di Hezbollah e di Hamas sono classificate come terroristiche, ragione per la quale diventa un reato esibirne i simboli.
La polizia del NSW ha deciso di rivolgersi alla Corte Suprema dello stato per vietare entrambe le proteste.
Il primo ministro, ospite di ABC Radio Melbourne, ha detto che la posizione della polizia è “assolutamente ragionevole”.
“Non penso che ci sia spazio per sventolare simboli terroristici questo fine settimana, lo scorso fine settimana, qualsiasi fine settimana: è sbagliato”.
“Il fatto che il simbolo - la bandiera che è stata innalzata e sventolata - abbia una pistola al centro dovrebbe essere un po’ un’indicazione che si tratta di un simbolo di violenza”.
Albanese si è detto "incredibilmente preoccupato per la coesione sociale. Non dovremmo portare qui il conflitto”.
Il primo ministro ha affermato che una manifestazione nella data del 7 ottobre “sarebbe considerata incredibilmente provocatoria”.
“Non favorirebbe alcuna causa, alimenterebbe tanta tensione. Dobbiamo promuovere la coesione sociale nella nostra nazione multiculturale”.
Il premier Chris Minns ha reso noto che anche il suo governo appoggia la decisione della polizia statale.
“È nostra responsabilità lavorare insieme per garantire di mantenere questa comunità coesa, armoniosa e sicura. Sosteniamo pienamente la decisione. La nostra priorità deve essere la sicurezza della comunità”.
Josh Lees portavoce del Palestine Action Group ha detto ieri sera di non essere stato ufficialmente informato della decisione di vietare le manifestazioni e di continuare a ritenere che le trattative per una autorizzazione siano ancora aperte.