SYDNEY - La protesta, organizzata dal gruppo di attivisti Rising Tide, era stata pubblicizzata come un evento di tre giorni su terra e acqua. L’evento, chiamato “People’s Blockade,” avrebbe visto la partecipazione di migliaia di persone, incluso il cantante e ambientalista Peter Garrett, con l’obiettivo di interrompere per 24 ore il traffico navale verso e dal porto di Newcastle - il maggiore scalo al mondo per le spedizioni di carbone - creando una barriera di piccoli natanti all’imbocco dell’insenatura.
Il giudice Desmond Fagan ha esposto le ragioni della decisione in un documento scritto, concordando con le preoccupazioni della polizia in materia di sicurezza. Pur non riscontrando segnali di comportamenti violenti o antisociali tra i partecipanti, Fagan ha sottolineato un certo grado di imprevedibilità legato all’evento.
“Durante un’assemblea di quattro giorni con circa 5mila persone, in certi momenti qualcuno potrebbe adottare comportamenti di gruppo difficili da gestire”.
Gli organizzatori di Rising Tide avevano presentato alla polizia un modulo (form one) per notificare l’intenzione di tenere un’assemblea pubblica, ma il commissario aveva contestato la richiesta, portando la questione in tribunale. Zack Schofield, uno degli organizzatori, ha dichiarato che l’evento si terrà comunque, rispettando il diritto di riunione pacifica su terra e acqua.
In una dichiarazione, la polizia del NSW ha riconosciuto il diritto alla libertà di espressione, ma ha ribadito che non è stato possibile raggiungere un accordo per garantire la sicurezza pubblica. Ha invitato i partecipanti a seguire le indicazioni degli agenti, esortandoli a evitare le acque del porto su kayak, dinghy o altre imbarcazioni.
Durante l’udienza, sono emerse preoccupazioni sulla sicurezza dei manifestanti in acqua e sull’impatto economico e sociale sul porto di Newcastle, con la testimonianza dell’assistente commissario Dave Wadell, che ha evidenziato i rischi legati alle imbarcazioni improvvisate tipicamente usate in queste proteste.