WASHINGTON – “Garbage”, “spazzatura”. Donald Trump non usa giri di parole per attaccare e insultare i somali che vivono negli Stati Uniti, l’ultima comunità presa di mira dal pugno duro del tycoon contro l’immigrazione.Una lotta iniziata dal primo giorno del suo ritorno alla Casa Bianca, ma diventata ancora più aggressiva dopo l’attentato a Washington contro due soldati della Guardia Nazionale ad opera di un afghano emigrato negli Stati Uniti nel 2021.
“Non li voglio qui, sono spazzatura”, ha attaccato il presidente annunciando un’operazione dell’Immigration and Customs Enforcement (Ice) contro gli immigrati somali in Minnesota, dove vive la più grande comunità della diaspora dal Paese africano. “La Somalia non funziona per un motivo”, ha incalzato il tycoon definendo anche la deputata democratica Ilhan Omar, di origine somala, “spazzatura”.
La progressista ha subito replicato accusando Trump di avere “un’ossessione per lei”. “È inquietante. Spero che riceva l’aiuto di cui ha disperatamente bisogno”, ha aggiunto. Fuggita dalla guerra civile in Somalia quando era ancora una bambina, Omar è la prima somalo-americana a far parte del Congresso americano.
L’attacco del presidente ai somali è nato da un’inchiesta avviata qualche giorno fa dal dipartimento del Tesoro per verificare se milioni di dollari di finanziamenti per i programmi di assistenza sociale in Minnesota siano finiti nelle mani del gruppo terroristico somalo al-Shabaab.
“Dobbiamo indagare se, sotto la pessima gestione dell’amministrazione Biden e del governatore Tim Walz, i soldi delle tasse dei laboriosi cittadini dello Stato siano stati dirottati verso l’organizzazione terroristica”, ha detto il segretario Scott Bessent.
Diversi repubblicani locali, tra cui il deputato Tom Emmer, hanno spinto per aprire un’indagine, mentre Walz si è detto pronto a collaborare con i procuratori.Se in Minnesota stanno per arrivare gli agenti dell’Ice, a New Orleans, in Louisiana, le operazioni anti-migranti sono già iniziate. Il dipartimento della sicurezza nazionale ne ha annunciato l’avvio in una nota spiegando che nel mirino degli agenti ci sarebbero stati i criminali violenti rilasciati dopo il loro arresto.
Nel frattempo, Trump ha dichiarato di aver sospeso tutte le domande di immigrazione - comprese quelle per la green card e la cittadinanza americana - presentate da immigrati provenienti da 19 paesi extraeuropei già colpiti dal divieto di viaggio a giugno e, dopo l’attentato a Washington, da diverse restrizioni su asilo e visti, imponendo ulteriori restrizioni all’immigrazione. Si tratta di Afghanistan, Birmania, Burundi, Ciad, Cuba, Repubblica del Congo, Guinea Equatoriale, Eritrea, Haiti, Iran, Laos, Libia, Sierra Leone, Somalia, Sudan, Togo, Turkmenistan, Venezuela e Yemen.
La nuova politica sospende le domande in sospeso e impone a tutti gli immigrati provenienti dai paesi elencati di “sottoporsi a un approfondito riesame per valutare appieno tutte le minacce alla sicurezza nazionale e pubblica”. Il memorandum ufficiale che delinea la nuova politica cita diversi recenti crimini sospettati di essere stati commessi da immigrati, tra cui l’attacco a Washington la scorsa settimana. Intanto il senatore repubblicano Bernie Moreno ha presentato un disegno di legge che vieterebbe agli americani di avere la doppia cittadinanza: la misura imporrebbe alle persone di rinunciare a quella estera e potrebbe avere ripercussioni perfino sulla first lady Melania Trump e suo figlio Barron, entrambi in possesso di un passaporto americano e uno sloveno.