TEHERAN - Il disegno di legge per il “sostegno alla famiglia basato sulla promozione della cultura della castità e del velo”, è stato approvato dal Consiglio dei Guardiani, organismo costituzionale in Iran, e sottoposto al Parlamento di Teheran. Lo ha annunciato Ahmad Rastineh, portavoce della Commissione parlamentare per la cultura, come riferisce l’agenzia degli attivisti dei diritti umani iraniani, Hrana. 

A partire dal 2023, il provvedimento era stato inviato già tre volte al Consiglio dei Guardiani che, prima dell’approvazione di oggi, aveva sempre respinto il testo. Il velo in pubblico è obbligatorio in Iran fin dalla fondazione della Repubblica islamica nel 1979 mentre la nuova legge definisce le punizioni che dovranno subire le donne che trasgrediscono all’obbligo di portare l’hijab. 

Secondo l’ultima versione del provvedimento, inviata al Consiglio dei Guardiani durante la primavera, come riferisce Iran Wire, non portare il velo in pubblico e la “promozione di nudità e indecenza attraverso i social media” sono crimini puniti con pene che vanno da multe a restrizioni all’uso di internet fino a periodi di reclusione, confisca del proprio veicolo e divieti di lasciare il Paese. 

L’obbligo di portare il velo rappresenta una questione controversa in Iran e due anni fa scoppiarono grandi proteste antigovernative, che andarono avanti per mesi, dopo la morte di Mahsa Amini, la 22enne curda che perse la vita dopo essere stata messa in custodia dalla polizia morale perché non portava il velo in modo corretto.