CARACAS - Il 10 gennaio, Nicolás Maduro prevede di dare inizio al suo controverso terzo mandato di sei anni come presidente del Venezuela, giurando davanti ai deputati dell’Assemblea Nazionale.  

La cerimonia è prevista nonostante i dubbi sulla legittimità della sua rielezione, alimentati dalla decisione del Consiglio Nazionale Elettorale (CNE), vicino al governo, di non divulgare i risultati totali e dettagliati delle elezioni presidenziali, tenutesi il 28 luglio scorso. 

Secondo il CNE, Maduro avrebbe vinto con il 52% dei voti, ma l’opposizione sostiene che il vero vincitore sia stato il suo candidato, il diplomatico Edmundo González Urrutia, che avrebbe ottenuto il 70% dei voti, come dimostrato dalla pubblicazione dell'80% dei verbali di scrutinio in suo possesso. 

In questo clima di tensione politica, il regime chavista ha lanciato nuove accuse al gendarme argentino Nahuel Gallo, detenuto illegalmente in territorio venezuelano. 

Il giovane agente è stato arrestato l’8 dicembre scorso mentre cercava di attraversare il confine dalla Colombia verso il Venezuela, dichiarando di recarsi nel Paese per visitare la moglie e il figlio. 

Da quando è stato arrestato, le versioni ufficiali del governo sul suo caso sono cambiate e lo stesso Maduro ha preso parte alle accuse, suggerendo che Gallo fosse arrivato con un piano per attentare alla vita della vicepresidente Delcy Rodríguez, figura di spicco del chavismo. 

In una delle sue consuete conferenze, Maduro ha affermato che il gendarme argentino si sarebbe recato in Venezuela “con piani specifici" per compiere attentati. Questo tipo di accuse, che il regime non è riuscito a provare, era già stato anticipato da altri alti funzionari del governo, come Diosdado Cabello e il procuratore Tarek Saab, che avevano insinuato l’implicazione dell’Argentina in un complotto contro l’esecutivo.  

Maduro, senza fornire prove concrete, ha insistito che il governo di Javier Milei fosse dietro a un presunto tentativo di introdurre Gallo in Venezuela come spia, sostenendo che il gendarme non abbia vincoli affettivi in Venezuela, come si era vociferato, ma una moglie e dei figli in Argentina.  

Ha anche sottolineato che la detenzione è stata possibile grazie all’intelligence venezuelana che, secondo lui, era a conoscenza dell’ingresso di Gallo e della sua presunta missione. 

La versione iniziale del regime venezuelano era stata diversa. A dicembre, Diosdado Cabello aveva parlato di un presunto piano di Gallo per estrarre sei dirigenti dell’opposizione in asilo all’ambasciata argentina a Caracas. 

Nonostante le affermazioni di Maduro, le informazioni su Gallo sono scarse. Solo il 2 gennaio il regime ha diffuso le prime immagini del gendarme, dopo settimane senza notizie sul suo arresto.  

La famiglia di Gallo e gli organismi internazionali avevano espresso preoccupazione per il suo stato, poiché il suo luogo di detenzione era sconosciuto. 

Nel mezzo della crisi diplomatica, la dirigente dell’opposizione María Corina Machado ha criticato duramente il rapimento di Gallo, definendolo parte di una strategia del regime per usare i prigionieri come ostaggi e ricattare quei Paesi che denunciano le irregolarità del governo venezuelano. 

Nel frattempo, la comunità internazionale continua chiedere la liberazione di Gallo e il rispetto dei diritti umani, mentre cresce la preoccupazione per la sicurezza, in vista della scadenza del mandato governativo il 10 gennaio.