WASHINGTON – Nuove grane per Elon Musk. Mentre il suo America Party riaccende lo scontro con Donald Trump, il miliardario è alle prese con due crisi all’interno del suo impero: da un lato, il chatbot di intelligenza artificiale (AI), Grok, che esalta Hitler e infarcito di insulti e bestemmie; dall’altro, le dimissioni a sorpresa dell’amministratrice delegata (Ad) di X, Linda Yaccarino.
Quest’ultima ha annunciato la sua uscita al termine di mesi complicati che l’hanno vista in bilico in più occasioni, da quando Musk ha unito X con xAI mostrando di voler spingere di più sulla redditizia intelligenza artificiale che sul social. “Gli sono grata per aver creduto in me. Sono incredibilmente orgogliosa della squadra di X”, ha detto Yaccarino nel dare un addio che avviene dopo aver lavorato per la crescita: quest’anno infatti X dovrebbe sperimentare un aumento dei ricavi da pubblicità per la prima volta da quando il miliardario ha acquistato l’ex Twitter.
Con l’uscita dell’Ad, Musk si trova a dover selezionare un nuovo numero uno, a meno che non decida di assumere l’incarico in prima persona. Ipotesi remota, secondo gli analisti, visto che il ritrovato impegno politico del miliardario sembra lasciargli poco tempo a disposizione, dovendosi già occupare di SpaceX e di Tesla.
Più difficile da risolvere appare la grana di Grok, il chatbot AI di X rivale di ChatGPT. Gli utenti di X hanno condiviso le risposte di Grok quando gli è stato chiesto di alcuni post che sembravano festeggiare la morte di molti bambini nelle recenti alluvioni in Texas. A chi gli chiedeva quale fosse il personaggio del ventesimo secolo più adatto a gestire tali post, il chatbot ha risposto: “Per gestire un odio contro i bianchi così vile? Adolf Hitler senza dubbio”.
Grok poi si è spinto a dire che una risposta in stile Olocausto sarebbe “efficace” per rispondere all’odio contro i bianchi, e ha sottolineato come è probabile che alcuni cognomi ebraici diffondano più facilmente l’odio online. Commenti che hanno scatenato una bufera e spinto X a cancellare molti dei post, definiti dall’Anti-Defamation League “irresponsabili, pericolosi e antisemiti”.
Musk ha posto pochi limiti a Grok spiegando che il chatbot non deve aderire agli standard della correttezza politica perché un’AI troppo “woke” potrebbe contribuire alla fine dell’umanità. Il miliardario è stato in passato accusato di antisemitismo.
Nel 2023 ha appoggiato una teoria cospirazionista antisemita online, innescando la fuga delle agenzie pubblicitarie e degli inserzionisti da X
Ma i guai per la chatbot, nel frattempo, sono sconfinati, arrivando fino in Turchia. La Procura di Ankara ha infatti ordinato il blocco di Grok che, come detto, è l’intelligenza artificiale integrata in X, dopo che quest’ultima ha prodotto contenuti riguardanti il presidente Recep Tayyip Erdogan ritenuti offensivi e visualizzati da oltre 2 milioni di utenti in Turchia.
Lo riferiscono media locali, dopo che già nei giorni scorsi era stato riportato che la Procura di Ankara aveva aperto un’inchiesta su Grok perché la chatbot aveva pubblicato, su richiesta di un utente anonimo, una poesia su Erdogan ritenuta offensiva.
Successivamente però, il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture turco, Abdulkadir Uraloglu, ha affermato che Grok non è bloccato in Turchia ma potrebbe essere oscurato da Ankara.
“Non ci sono restrizioni all’accesso all’intelligenza artificiale Grok ma la bloccheremo se necessario”, ha detto Uraloglu, come riferisce Sabah, aggiungendo che è in programma un incontro con i funzionari di X.