Nato e cresciuto a Melbourne, figlio di madre australiana e padre di origini italiane, Adam Gallo ha sempre avuto un legame familiare con l’Italia, pur vivendo un’infanzia e un’adolescenza tipicamente australiane. “A casa parlavamo sempre inglese. Mia nonna parlava solo italiano, ma mio nonno aveva un atteggiamento diverso: non voleva tornare in Italia e credeva fosse fondamentale integrarsi in Australia. Mi diceva sempre che dovevo parlare bene inglese, laurearmi in inglese, andare all’università”, racconta il ventottenne.
Nonostante questa impostazione, il legame culturale è rimasto: la famiglia seguiva il calcio italiano, la Serie A e trasmissioni storiche come La Domenica Sportiva, e le vacanze nel Belpaese per visitare parenti a Roma e vicino Siracusa hanno contribuito a rendere familiare un paese che rimaneva però lontano.
“Non eravamo particolarmente legati alle tradizioni religiose, ma c’era sempre un forte senso di famiglia. In Australia, quando chiedi ‘da dove vieni?’, molti rispondono in base alle origini: italiano, greco, turco… anche se sei nato lì. In Italia invece mi sento straniero: ho un nome italiano e parlo la lingua, ma la mia esperienza è diversa”.
La scelta di studiare italiano all’università è stata un primo passo verso un legame più concreto con le proprie origini. Alla Swinburne University di Melbourne, Gallo ha conseguito una doppia laurea in Business ed Arts, specializzandosi in economia, management e lingua italiana.
Nel 2017 ha partecipato a un programma di scambio con l’Università LIUC Carlo Cattaneo, vicino Milano. “Volevo approfondire la lingua e l’idea di fare un’esperienza in Italia mi affascinava. Lo scambio mi è piaciuto molto, ma era un ambiente protetto: tante attività in inglese, tante risorse. Mi sono reso conto che non era un’immersione vera”.
Da qui, l’idea di tornare in Italia per un periodo più lungo, agevolato dalla cittadinanza italiana che aveva ottenuto da bambino. “In Australia tanti giovani vanno a Londra per vivere un’esperienza all’estero: per me l’Italia era una scelta naturale”.
Dopo sei anni, Gallo si è trasferito stabilmente a Roma e oggi, oltre a giocare in una squadra di calcio locale, continuando a inseguire la sua passione per lo sport, lavora al Rome City Institute, un’università americana con sede nella capitale, dove è responsabile del benessere degli studenti internazionali, quasi tutti statunitensi. Il suo ruolo comprende l’organizzazione logistica – dalla gestione degli alloggi, situati in appartamenti in città, al supporto nell’inserimento accademico e sportivo – e l’accompagnamento culturale ed emotivo.
“Molti dei nostri studenti sono atleti. Li aiutiamo a trovare squadre di calcio, basket e altri sport, e a inserirsi in contesti nuovi, spesso con dinamiche complesse. Anche io, quando sono arrivato a Roma, non capivo niente i primi mesi, soprattutto con il romanesco. Per un diciottenne che arriva per la prima volta in Italia, può essere un grande cambiamento”. Il supporto che offre va oltre gli aspetti pratici: il Rome City Institute prevede, infatti, colloqui individuali e attività di orientamento per favorire l’integrazione, elemento centrale nell’esperienza formativa.
“Cerchiamo di accompagnarli passo dopo passo: le sfide linguistiche, culturali ed emotive sono tante. Il nostro obiettivo è far sì che vivano questa esperienza al meglio”.
Trasferirsi in Italia non è stato, ad ogni modo, un percorso privo di difficoltà. Nonostante il livello avanzato di italiano – raggiunto studiando in Australia – il contatto con la lingua e la cultura tricolore quotidiana ha richiesto tempo e adattamento. “Pensavo sarebbe stato più semplice, invece è stato comunque uno shock: è come per un italiano che va nel Queensland e deve capire l’accento locale”.
A distanza di quasi due anni, tuttavia, Gallo vede la sua esperienza come un progetto aperto, non pensa a piani a lungo termine ma vive il presente: “Mi ero dato due anni, per provare davvero a vivere qui. A ottobre quei due anni saranno passati e, sinceramente, sto bene. Non mi do scadenze: finché mi trovo bene e sento stimoli, resto”.