Lavorare da remoto non è solo una modalità organizzativa, ma una scelta di vita che può rendere possibile un trasferimento all’estero anche senza conoscere perfettamente la lingua del Paese ospitante. Ne è un esempio Genevieve Hodge-Cardini, executive coach e specialista in sviluppo della leadership, che da qualche anno ha lasciato l’Australia per vivere con il marito e i figli a Marzeno, frazione rurale del comune di Faenza, in Emilia-Romagna.
Australiana di origini, nata a Hong Kong da genitori di Adelaide durante un loro viaggio, Genevieve ha alle spalle un percorso professionale e personale segnato da una forte dimensione internazionale. Dopo aver studiato gestione alberghiera in Svizzera e aver lavorato su una nave da crociera, ha vissuto due anni a Rio de Janeiro insegnando inglese. Tornata in Australia, ha conseguito un master in Educazione con specializzazione in leadership e ha iniziato a occuparsi di formazione manageriale in un’università a Perth, dove ha conosciuto Alessandro, oggi suo marito.
“È stato un incontro curioso: la madre della mia migliore amica lo ha conosciuto in ospedale, dove lui lavorava temporaneamente servendo pasti e giornali, e ha pensato che fossimo perfetti l’uno per l’altra. È stato amore a prima vista”. Da quell’incontro è nato un legame che li ha portati a viaggiare insieme in Italia, a sposarsi, a formare una famiglia e infine a valutare l’idea di un trasferimento stabile nel paese d’origine di lui.
Dopo un primo periodo in Australia, durante il quale Genevieve lavorava al Leaders Institute of South Australia e Alessandro iniziava a sentire nostalgia della sua terra, è emersa l’ipotesi di una vacanza di un mese in Italia, proposta che si è trasformata in una scelta di vita. “Il suo capo non gli concesse il mese di ferie che avevamo chiesto, e io gli dissi: ‘Perché non andiamo per un anno?’. Così abbiamo affittato casa ad Adelaide, messo tutto in deposito e siamo partiti”. Oggi, la famiglia vive nella casa costruita dal nonno di Alessandro, immersa nel paesaggio agricolo delle colline faentine. “È stata la mia prima vera esperienza in un contesto rurale. Qui si coltivano kiwi, albicocche, prugne, e attorno a noi ci sono solo vigneti. È bellissimo osservare il ciclo delle stagioni e la vita del paese, così diversa da quella urbana”.
Uno degli aspetti che più hanno colpito Genevieve della vita in Italia è l’importanza data alle tradizioni, soprattutto quelle legate alle festività locali. “Durante il periodo natalizio i bambini della scuola camminano per le strade del paese cantando canzoni di Natale, ed è un’esperienza toccante. La prima volta che ho visto arrivare la Befana a casa nostra, con un asinello e una bandina che suonava dal vivo alle dieci di sera, non potevo crederci. Era tutto nuovo per me. Qui ogni festa è un evento che coinvolge tutta la comunità, con una partecipazione sincera che sento profondamente”.
L’inserimento non è stato privo di ostacoli, soprattutto per quanto riguarda la lingua e le pratiche burocratiche. “Le sfide maggiori sono state imparare l’italiano e affrontare l’esame per la patente, che è difficilissimo, persino per gli italiani,” racconta Genevieve. Oggi è prossima alla richiesta di cittadinanza italiana, per la quale sta lavorando al raggiungimento del livello B1 di lingua. I figli, invece, si sono adattati velocemente e frequentano la scuola locale.

Un bellissimo ritratto di famiglia nel verde delle campagne romagnole.
È proprio per gestire al meglio i loro orari scolastici e la mancanza di una rete familiare di supporto che Genevieve ha deciso di creare un’attività online. “Tre giorni a settimana i bambini escono da scuola prima di pranzo, e molte famiglie si affidano ai nonni. Noi non abbiamo nessuno nelle vicinanze, quindi dovevo trovare una soluzione che mi permettesse di lavorare da casa”.
La sua attività di coaching le consente oggi di operare sia con clienti australiani sia europei, accompagnando da remoto neo-manager nel loro percorso di crescita professionale. “Spesso sono persone molto competenti nel loro ambito tecnico, ma che non hanno ancora maturato le capacità relazionali necessarie per guidare un team. Li affianco virtualmente per aiutarli a sviluppare queste competenze”.
Il lavoro da remoto non solo ha garantito continuità alla sua carriera, ma ha anche migliorato l’equilibrio tra lavoro e vita privata, permettendole di affrontare le esigenze quotidiane con maggiore flessibilità. Nel tempo libero, Genevieve ha scoperto una nuova passione per le escursioni, spesso in compagnia del suo cane e della famiglia. Ma è il senso di comunità, più di ogni altra cosa, a rappresentare per lei il valore aggiunto della vita in Italia.

Una delle attività preferite di Genevieve è andare in escursione tra le colline con la sua cagnolina.
“Durante le feste di paese si mangia tutti insieme sotto grandi tendoni, i bambini servono ai tavoli, tutti aiutano in cucina. È una partecipazione collettiva che in Australia non ho mai visto. Quando mi chiedono cosa amo di più dell’Italia, oltre al cibo, al vino e al paesaggio, rispondo sempre: la comunità”.
Oggi Genevieve incoraggia chiunque stia valutando un trasferimento all’estero a non lasciarsi bloccare dalla paura. “Il mio motto è: non vivere con rimpianti. Trasferirsi è possibile, e la ricchezza della vita qui è qualcosa di straordinario”.