Con la storia di Maria Pasquale si apre una nuova rubrica de Il Globo che inverte la prospettiva da cui, finora, abbiamo osservato il rapporto tra Italia e Australia. Se per decenni abbiamo raccontato le vicende, le nostalgie, le conquiste e le radici della comunità italiana in Australia, con Nuovi australiani d’Italia volgiamo lo sguardo verso chi, australiano di nascita o di cultura, sceglie l’Italia come casa, come luogo dove piantare nuove radici. E Maria Pasquale – scrittrice, giornalista, food and travel writer con una community affezionatissima – è la protagonista perfetta per aprire questo nuovo racconto: la sua storia è un ponte vivo tra Melbourne e Roma, tra l’Abruzzo dei nonni e la capitale eterna dove vive da oltre un decennio.
Nata e cresciuta a Melbourne, la scrittrice ha sempre vissuto un profondo legame con l’Italia. I suoi genitori sono originari dell’Abruzzo: la madre arrivò in Australia nel ’54, a soli tre anni, mentre il padre emigrò nel 1968, già diciottenne. La sua infanzia è segnata da una doppia appartenenza che non si esclude ma si moltiplica: l’italiano parlato in casa, le partite della Serie A viste all’alba con il papà, il cibo della mamma, le usanze portate avanti con devozione. “Abbiamo sempre rispettato tutte le tradizioni italiane. Non ci sentivamo mai molto lontani dall’Italia”, dice. Ma l’Australia, aggiunge, “è il Paese che mi ha dato di più. Mi ha regalato la mia istruzione, delle possibilità lavorative”.
Quel senso di appartenenza, tuttavia, non bastava a colmare un vuoto sottile, la sensazione di essere sempre un po’ “fuori posto”. “Mi chiedevo da bambina: perché siamo sempre noi ad andare in Italia? Perché i nostri cugini non vengono in Australia? Solo da adulta ho capito: noi eravamo quelli che sentivano il bisogno di tornare. Quel legame con l’Italia era nostro, radicato, irrinunciabile”.
Non sorprende quindi che il suo trasferimento in Italia, e in particolare a Roma, sia stato qualcosa di naturale, quasi inevitabile. “Roma ha tanti difetti, però è anche una città che, senza chiedertelo, riesce sempre a farsi perdonare. La sua bellezza, il suo peso storico, ti ricordano quanto siamo piccoli di fronte al tempo. Come tutte le grandi storie d’amore, a volte è complicata… ma resta una grande storia”.
Il trasferimento a Roma risale a quattordici anni fa. Inizialmente, Maria Pasquale comincia a raccontare la città e la sua vita quotidiana attraverso un blog personale, HeartRome. “Scrivevo dei posti dove andavo a mangiare, delle esperienze che vivevo, dei locali che provavo”, racconta. Il blog diventa presto un punto di riferimento, e le prime collaborazioni giornalistiche non tardano ad arrivare. “Ho iniziato a conoscere tanti giornalisti della stampa americana. Uno di loro mi propose una collaborazione con USA Today, il giornale nazionale statunitense. Puoi immaginare: da lì mi si sono aperte tantissime porte, anche in Italia. Poi è arrivata la CNN, e a seguire tante altre collaborazioni importanti”.
Maria Pasquale (Foto: Andrea Di Lorenzo)
Parallelamente al lavoro giornalistico, nasce l’attività editoriale. L’ultimo progetto in questo senso è Mangia: How to Eat Your Way Through Italy, un’opera che ha richiesto due anni di lavoro, ma che in realtà, come racconta la scrittrice, ha radici molto più profonde. “È un libro che ho iniziato a scrivere da bambina. Ogni viaggio in Italia, ogni esperienza vissuta, ogni piatto assaggiato… Tutto è finito, col tempo, nel mio bagaglio”.
Mangia è strutturato in venti capitoli, uno per ciascuna regione italiana. Ogni sezione è introdotta da una descrizione del territorio e da un racconto personale, fatto di memorie, esperienze, suggestioni. “Parlo delle materie prime, della cucina regionale, dei piatti simbolo. È una guida non tanto su dove mangiare, ma su cosa mangiare. Per ogni regione propongo una mia top ten, seguita da altri venti piatti spiegati, bevande comprese — anche analcoliche — e poi sagre, esperienze culinarie, e curiosità”.
Il libro ha anche una dimensione culturale e antropologica. Ci sono pagine dedicate alle feste italiane e ai loro menù tipici — da Natale a Pasqua, dal Carnevale alle sagre locali — e uno spazio dedicato al galateo a tavola. “Alla fine di ogni capitolo c’è una ricetta. Non è un libro di ricette in senso stretto, ma ho voluto inserire, come una sorta di jolly, un piatto rappresentativo per ogni regione”. Alcune di queste ricette provengono da chef stellati, altre sono frutto diretto dell’esperienza personale di Maria Pasquale.
La copertina del suo ultimo libro
Il riconoscimento più prestigioso? Una citazione in copertina di Massimo Bottura, che ha personalmente approvato il libro. “È stato un onore immenso. Bottura è uno dei cuochi più importanti al mondo. Il fatto che abbia letto il mio lavoro e scelto di sostenerlo è stato per me un segno fortissimo di stima e di legittimazione”.
Mangia è oggi disponibile in formato cartaceo in tutto il mondo, solo in lingua inglese. Ma il suo pubblico è vasto e variegato. “Non parlo solo a chi vuole venire in Italia dall’estero. Questo è un libro per chi ama l’Italia, ma anche per gli italiani stessi, che spesso non conoscono appieno la ricchezza e la varietà della loro tradizione gastronomica”.