CANBERRA - La Clean Energy Finance Corporation (CEFC), che sostiene finanziariamente progetti verdi, riceverà un’iniezione di 2 miliardi di dollari dal governo federale. Lo stanziamento viene approvato mentre il governo prende le distanze dalla proposta del nucleare avanzata dall’opposizione.
Secondo i ministri federali, i nuovi fondi dovrebbero sbloccare 6 miliardi di dollari di investimenti privati e contribuire a ridurre i costi dell’energia per gli utenti.
“Il mondo si sta spostando verso lo zero netto, ci sono grandi opportunità e benefici per l’Australia, a patto che agisca subito per cogliere la domanda globale di energia pulita”, ha dichiarato il ministro per le Risorse energetiche, Chris Bowen.
“Nel frattempo, l’unica soluzione di Peter Dutton è gettare via questa opportunità, cancellare i programmi che stanno funzionando e aspettare 20 anni per realizzare la forma di energia più costosa al mondo”.
La CEFC ha investito oltre 4 miliardi di dollari in progetti locali nel 2024, generando 12 miliardi di investimenti privati e sostenendo più di 4mila posti di lavoro. Dalla sua creazione, nel 2012, la CEFC ha investito quasi 18 miliardi di dollari, prevenendo circa 160 milioni di tonnellate di emissioni di CO2.
L’annuncio è stato diffuso subito dopo che il presidente Donald Trump ha ritirato gli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi, bloccato nuovi progetti eolici offshore e accelerato i progetti di trivellazioni per combustibili fossili.
Il primo ministro Anthony Albanese ha definito queste mosse un’opportunità per l’Australia, poiché liberano capitali da investire nelle energie rinnovabili locali.
Il piano del governo contrasta con quello nucleare dell’opposizione, stimato a 330 miliardi di dollari, ampiamente criticato dalla comunità scientifica per i suoi costi elevati rispetto al solare su larga scala.