SHANGHAI – Un team di ricercatori cinesi ha scoperto che la presenza nell’urina di un biomarcatore denominato acido formico potrebbe essere un primo test, semplice ed economico, per rilevare se una persona sia affetta dall’Alzheimer, già in una fase iniziale, senza cioè che presenti ancora alcun sintomo.
La scoperta è stata pubblicata sulla rivista scientifica Frontiers in Aging Neuroscience, e spiega come l’acido formico urinario abbia mostrato un’eccellente sensibilità per lo screening precoce di questa malattia neurodegenerativa. Questo nuova analisi potrebbe quindi avviare nuovi programmi di rilevamento dell’Alzheimer.
Un male che resta nascosto fino a quando, purtroppo, è troppo tardi per curarlo. Ad oggi, i programmi di screening sono in grado di rilevare la malattia in fase iniziale, ma gli attuali metodi diagnostici sono troppo ingombranti e costosi per poter essere attuabili su larga scala.
Il gruppo di ricerca, proveniente da diverse università di Shanghai, del WuXi Diagnostics Innovation Research Institute di Shanghai e dell’Accademia cinese delle Scienze di Pechino, che ha portato avanti questo nuovo studio, avevano precedentemente studiato un composto organico chiamato formaldeide come biomarcatore urinario per l’Alzheimer. Tuttavia, s’era ben compreso come ci fosse spazio per miglioramenti nel rilevare la malattia in una fase iniziale.
In questo ultimo studio il gruppo di studiosi si è concentrato principalmente sull’acido formico, un prodotto metabolico della formaldeide, per vedere se potesse funzionare meglio come biomarcatore. Per accertare l’efficacia dell’ipotesi, un totale di 574 persone hanno partecipato allo studio e i partecipanti erano volontari sani con cognizione normale o avevano diversi gradi di progressione della malattia, che vanno dal declino cognitivo soggettivo alla malattia a tutti gli effetti. I ricercatori hanno analizzato i campioni di urina e sangue dei partecipanti e hanno eseguito valutazioni psicologiche.
Lo studio ha scoperto che i livelli di acido formico urinario erano significativamente aumentati in tutti i gruppi di Alzheimer rispetto ai controlli sulle persone senza la malattia conclamata, incluso il gruppo con declino cognitivo soggettivo in fase iniziale, e correlati con un declino cognitivo.
È interessante notare che, quando i ricercatori hanno analizzato i livelli di formica urinaria in combinazione con i biomarcatori dell’Alzheimer a base di sangue, hanno scoperto che potevano prevedere con maggiore precisione quale stadio della malattia stava vivendo un paziente. Tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere meglio il legame tra l’Alzheimer e l’acido formico, precisano gli autori.