BEIRUT - Attacchi aerei notturni israeliani su Beirut hanno preso di mira un incontro a cui il papabile successore di Nasrallah, Hashem Safieddine, stava partecipando con altri importanti leader di Hezbollah, che ha risposto con lanci di razzi su Haifa. Lo scrive il New York Times che cita tre funzionari israeliani anonimi, precisando che l’incontro si svolgeva in un bunker sotterraneo, nel quartiere di Dahiyeh.
Non è ancora chiaro se Safieddine sia stato ferito nel raid israeliano, che è stato segnalato dai media locali come uno dei più pesanti dell’ultimo anno. La notizia viene anche riportata dal quotidiano Times of Israel, poche ore prima della commemorazione del defunto leader di Hezbollah a Teheran, Hassan Nasrallah, ucciso dalle bombe israeliane il 27 settembre. Durante la cerimonia, l’ayatollah Khameni ha definito “legittimo” l’attacco di Hamas del 7 ottobre scorso e ha promesso di colpire di nuovo lo Stato ebraico “se necessario”.
Circa 100 militanti di Hezbollah sono stati uccisi durante le operazioni israeliane nel Libano meridionale negli ultimi giorni, affermano le forze di Tel Aviv, che riferiscono di aver trovato anche decine di armi lasciate dal Partito di Dio durante le operazioni nei villaggi del Libano meridionale. L’esercito ha pubblicato un filmato in cui vengono mostrati lanciamissili anticarro, munizioni e altre armi rinvenute nelle case di un villaggio nel Libano meridionale dalle truppe della 188 Brigata corazzata.
Al contempo, circa 20 razzi sono stati lanciati dal Libano verso il nord di Israele oggi, la maggior parte dei quali sono stati intercettati. Lo hanno dichiarato le Forze di Difesa Israeliane in un comunicato, senza registrare vittime. Dopo aver attivato le sirene antiaeree nell’area di Haifa, nel nord di Israele, “sono stati rilevati circa 20 lanci che hanno attraversato il territorio libanese. La maggior parte dei lanci è stata intercettata dalle forze aeree, il resto è caduto in un’area aperta”, ha dichiarato l’Idf (Forze di difesa israeliane), aggiungendo che dal Libano sono stati sparati “diversi proiettili” nella zona dell’Alta Galilea, la maggior parte dei quali sono stati intercettati.
Hezbollah ha rivendicato l’attacco al nord di Israele, affermando che i suoi combattenti hanno preso di mira la città di Haifa con razzi al mattino. Una dichiarazione del gruppo armato libanese su Telegram riferisce che l’attacco è stato effettuato alle 7 del mattino in risposta ai raid israeliani contro libanesi e palestinesi, elogiando la loro “coraggiosa e onorevole resistenza”. Al momento non ci sono notizie di morti, feriti o danni.
In queste ore il capo della diplomazia iraniana, Abbas Araghchi, è arrivato a Beirut, riferisce l’agenzia di stampa nazionale libanese, sottolineando che si tratta della prima visita in Libano di un alto funzionario iraniano dall’assassinio di Nasrallah, commemorato oggi a Teheran dall’ayatollah Khamenei prima della preghiera del venerdì, che non guidava dal gennaio 2020, dopo un attacco missilistico iraniano a due basi che ospitavano americani in Iraq, come rappresaglia per l’attacco di un drone americano che aveva appena ucciso a Baghdad il generale iraniano Qassem Soleimani, comandante dei Guardiani.
La Guida Suprema iraniana, durante il sermone, ha ribadito che l’attacco missilistico dell’Iran su Israele “è legittimo e rispetta il diritto” ed “è la risposta ai crimini di Israele”. “L’azione intrapresa dalle nostre forze armate è stata solo una piccola azione rispetto ai crimini commessi dal regime israeliano”, ha proseguito Khamenei, con un fucile al suo fianco, “se necessario, in futuro, colpiremo di nuovo il regime israeliano”.
E “legittimo”, secondo Khamenei, fu anche l’attacco di Hamas a Israele dello scorso 7 ottobre. “Ogni paese, ogni popolo ha il diritto ultimo di difendersi dalla tirannia suprema”, ha dichiarato ancora la guida suprema iraniana Khamenei, secondo il quale l’attacco missilistico ha rappresentato la “punizione minima” e che il suo Paese non “ritarderà né si affretterà a svolgere il suo dovere” nell’affrontare Israele.
Khamenei ha parlato nella grande moschea di Teheran, davanti a migliaia di fedeli che portavano i ritratti dei leader assassinati del cosiddetto “asse della resistenza” iraniano - che include Hezbollah, gli Houthi nello Yemen e numerosi gruppi in Siria e Iraq - contro Israele e gli Stati Uniti.
Una fonte vicina a Hezbollah ha riferito che il leader defunto Hassan Nasrallah è stato sepolto “temporaneamente” in un luogo segreto per paura che il suo funerale fosse preso di mira da Israele.
“Possiamo evitare” una ‘guerra totale’ in Medio Oriente, ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, interpellato sull’argomento in un momento in cui la comunità internazionale teme un conflitto su larga scala nella regione. “Non credo che ci sarà una guerra totale. Penso che possiamo evitarla. Ma c’è ancora molto da fare”, ha dichiarato alla stampa.
Intanto, secondo quanto dichiarato dal ministro della Sanità palestinese, almeno 18 persone sono state uccise ieri nel campo profughi di Tulkarm, in Cisgiordania, a seguito di un attacco aereo che, secondo l’esercito israeliano, avrebbe ucciso un leader locale di Hamas.
Una fonte dei servizi di sicurezza palestinesi ha dichiarato all’Afp che il raid aereo è stato il più letale in Cisgiordania dal 2000. “Diciotto martiri in seguito al bombardamento del campo di Tulkarm da parte dell’occupazione”, ha dichiarato il ministero della Sanità palestinese sul suo account Telegram.
L’esercito israeliano ha confermato l’attacco alla città nel nord della Cisgiordania, descrivendolo come un’operazione congiunta condotta dal servizio di sicurezza interna Shin Bet e dall’aviazione, secondo una breve dichiarazione dell’esercito. L’esercito israeliano ha poi dichiarato che l’attacco ha ucciso un leader di Hamas a Tulkarm, Zahi Yaser Abd al-Razeq Oufi.
Alle prime ore del giorno un attacco israeliano ha colpito la zona vicino al valico di frontiera di Masnaa, in Libano, con la Siria. Lo ha riferito il ministro dei trasporti libanese, Ali Hamieh, precisando che i danni provocati dalle bombe hanno causato l’interruzione di una strada utilizzata da centinaia di migliaia di persone per sfuggire ai bombardamenti israeliani sul Libano.
Il ministro dei Trasporti libanese Ali Hamieh ha inoltre riferito di un cratere largo quattro metri che si è venuto a creare lungo la strada di transito verso la Siria, sul lato libanese del confine, interrompendo il transito a migliaia di civili in fuga.
L’attacco israeliano è stato giustificato da un portavoce militare delle Forze di difesa israeliane, accusando il gruppo terroristico libanese Hezbollah di usare il valico per trasportare equipaggiamento militare in Libano. “L’Idf non consentirà il contrabbando di queste armi e non esiterà ad agire se costretto a farlo, come ha fatto durante questa guerra”, ha detto il portavoce dell’Idf Avichay Adraee in un post su X.