CITTÀ DEL MESSICO – Ovidio Guzman, alias ‘El Raton’, figlio di Joaquin ‘El Chapo’ Guzman, famigerato capo del cartello messicano dei narcotrafficanti di Sinaloa, è stato arrestato in un’operazione delle forze federali messicane. Lo ha riferito il quotidiano El Universal, precisando che Ovidio Guzman è stato fermato a Culiacan, nello Stato di Sinaloa, ed è già stato trasferito in un carcere di massima sicurezza.
Per timore di possibili rappresaglie da parte dei narcos, le autorità di Culiacan hanno invitato la popolazione a non uscire di casa e hanno decretato la sospensione delle attività della pubblica amministrazione.
La richiesta è arrivata dopo le prime azioni di rappresaglia messe in atto da parte di membri dei cartelli narco. “Si stanno verificando incidenti e blocchi stradali in diversi punti della città. Chiediamo alla cittadinanza di non uscire”, ha scritto su Twitter il ministro della Sicurezza di Sinaloa, Cristobal Castañeda.
Ordinata anche la chiusura dell’aeroporto internazionale di Culiacan dove, a protezione della struttura e dopo che un aereo civile è stato attaccato a colpi d’arma da fuoco, sono atterrati anche due aerei dell’Esercito. L’operazione che ha portato all’arresto di Ovidio Guzman è stata effettuata nelle prime ore del mattino di giovedì da parte delle forze di élite della Guardia nazionale messicana (Gn) che hanno circondato il quartiere Jesus Maria della capitale dello Stato di Sinaloa, dove era stato individuato il figlio di ‘El Chapo’. I dettagli e il bilancio finale dell’operazione non sono stati ancora comunicati ufficialmente ma, secondo quanto testimoniano immagini diffuse sui social e rilanciate dai media, l’arresto di Guzman è avvenuto al termine di un violento scontro a fuoco durante il quale sono intervenuti anche elicotteri armati della polizia sparando numerose raffiche dal cielo.
Con il padre che sconta una condanna all’ergastolo in una prigione di massima sicurezza negli Stati Uniti, Ovidio Guzman controllava da tempo il cartello di Sinaloa insieme ai fratelli Alfredo Guzman Salazar, Ivan Guzman Salazar, soprannominati ‘Los Chapitos’, e Ismael ‘El May’ Zambada Garcia.
El Raton era stato arrestato già a ottobre del 2019, ma in quell’occasione le autorità del governo nazionale decisero di rilasciarlo dopo violentissime rappresaglie degli uomini del cartello che misero a ferro e fuoco la città. L’episodio, conosciuto come ‘Culiacanazo’, si concluse con la morte di sette agenti e di un civile, e con la fuga di 47 detenuti dal carcere della città al termine di una rivolta comandata dai narcos. Il rilascio di Ovidio Guzman valse enormi critiche al governo del presidente Andres Manuel Lopez Obrador e costituisce una pagina nera della lotta contro i cartelli della droga.
Quasi contemporaneamente all’arresto del figlio di ‘El Chapo’, il leader criminale Ernesto Alberto Piñón de la Cruz, detto “El Neto”, con l’emblematico soprannome di “senz’anima” per quanto fosse considerato uno spietato sanguinario, è morto in uno scontro a fuoco con la polizia. Era già noto alle cronache in quanto domenica scorsa era evaso dal carcere di Ciudad Juarez, nel corso di una rivolta sanguinosa che ha contato 17 morti - 10 agenti di polizia penitenziaria e sette detenuti - e più di 20 evasi.
A seguito di questo grave episodio, è stato scoperto lo stile di vita lussuoso di El Neto in prigione, dove si trovava dal 2009. In soli 13 anni aveva preso il controllo della struttura al punto che viveva in una cella cosiddetta “VIP”, con televisione e arredi di lusso nonché una cassaforte con quasi 2 milioni di pesos e varie sostanze stupefacenti. Oltre alla sua, sono state ritrovate altre 10 celle VIP, e anche dei tunnel all’interno della prigione per permettere contatti tra i detenuti.
Nel dettaglio, all’interno del carcere sono state sequestrate 10 armi lunghe, quattro armi corte e cartucce, oltre a 84 telefoni cellulari, 4 chili di metanfetamina, 40 grammi di cocaina, 16,2 chili di marijuana e 1,5 chili di eroina.
Il capo della banda criminale ‘Los Mexicles’ aveva 32 anni, e in età giovanissima ha iniziato la sua attività criminale. Condannato a 224 anni per decine di sequestri, aveva già cercato di evadere in passato ma era rimasto ferito durante l’operazione e quindi rimasto in cella.
Dopo l’evasione di domenica scorsa, invece, i poliziotti lo hanno rintracciato tra le vie Toltecas e Tzetzales, nella colonia Aztecas, a Chihuahua: dopo uno scambio di colpi d’arma da fuoco, lui è riuscito a fuggire a bordo di un veicolo. Si è allora rifugiato in una stazione di servizio: da lì ha iniziato a sparare contro i poliziotti ma poi è stato gravemente ferito ed è morto prima ancora che potesse essere portato in ospedale.
Nei primi anni Duemila, giovanissimo, El Neto diventò il leader del gruppo di forze speciali, sostituendo il suo predecessore, Jesús Eduardo Soto Rodríguez, ‘El Lalo’, a sua volta arrestato e ora detenuto in un carcere nel Chiapas. Secondo gli inquirenti, avrebbe orchestrato almeno 30 rapimenti ed è stato condannato anche per omicidio.