MELBOURNE – Un rapporto dai contenuti esplosivi ha avvertito i cittadini del Victoria del pericolo che si possano verificare dei blackout durante i mesi più freddi, anche se i residenti dello Stato saranno costretti a pagare le bollette energetiche più care d’Australia.

Il rapporto redatto da Paul Simshauser, amministratore delegato di Powerlink, la rete di trasmissione energetica del Queensland, professore di Economia alla Griffith University e membro del Cambridge University Energy Policy Research Group, co-firmato con Joel Gilmore, ha evidenziato gli “effetti profondi” previsti in Victoria a causa dell’accelerata transizione verso fonti rinnovabili.

L’“aggressiva” elettrificazione della rete energetica potrebbe portare a blackout su larga scala, perché la produzione di energia da fonti rinnovabili come il solare e l’eolico risulterebbe insufficiente nei periodi di maggiore domanda di circa il 30%.

“Nonostante i progressi significativi del Victoria in materia di fonti rinnovabili, il carbone marrone rappresenta ancora il 65% del mercato della produzione energetica”, hanno affermato i ricercatori. 

“Se lo sviluppo delle rinnovabili non crescerà a sufficienza, l’aggiunta dei carichi di elettrificazione al sistema energetico farà salire i prezzi dell’energia oltre le soglie tollerabili o prolungherà l’utilizzo delle centrali a carbone più del necessario”, si legge nel rapporto.
In futuro, sempre secondo il documento, è probabile che il Victoria debba importare energia da altre regioni australiane. Ciò contribuirà all’aumento dei costi energetici in Victoria, che passeranno dai più bassi ai più alti d’Australia.

Nel luglio scorso, il rapporto trimestrale dell’operatore del mercato energetico australiano (AEMO) ha rivelato che il costo medio dell’energia elettrica all’ingrosso in Victoria nel trimestre conclusosi a giugno ha raggiunto i 127 dollari/MWh, con un aumento di 39 dollari rispetto allo stesso trimestre del 2023. Solo in New South Wales e in South Australia sono stati registrati costi maggiori, rispettivamente con 173 e 135 dollari/MWh.

Il documento riconosce che i governi del Victoria e del New South Wales hanno raggiunto accordi per mantenere aperte più a lungo le centrali a carbone rispetto ai piani iniziali, a fronte di crescenti preoccupazioni relative alle carenze energetiche. La centrale Loy Yang A in Victoria, ad esempio, rimarrà aperta fino alla metà del 2035 grazie a un accordo da 50 milioni di dollari firmato tra il suo proprietario AGL Energy e il governo del Victoria nel 2022.

Il rapporto stima, inoltre, che il costo a livello nazionale dei pannelli solari, delle turbine eoliche, delle batterie, degli impianti idroelettrici e a gas necessari per raggiungere l’obiettivo di zero emissioni di carbonio sarebbe di circa 300 miliardi di dollari, rispetto a un costo di 136 miliardi di dollari riferito al sistema attuale. 

I ricercatori hanno osservato che negli ultimi otto anni sono stati investiti 83 miliardi di dollari per 35 gigawatt di impianti eolici, solari, batterie, idroelettrici a pompaggio e centrali a gas in tutto il Paese, ma hanno fatto notare che molti progetti non saranno operativi in tempo utile.