OBERÁ (MISIONES) – Una sfilata in costumi tipici ha segnato l’inizio della Fiesta Nacional del Inmigrante di Oberá.

Hanno partecipato ben 15 comunità con i loro componenti, i colori, le reginette, i corpi di danza che hanno percorso, su carri allegorici, la strada che separa il centro civico della città (dove si trova la cattedrale di S. Antonio) fino all’area dove si svolge la festa, iniziata il 5 settembre e che continua fino al 15.

Nulla è casuale: né le date né i luoghi. Il centro civico di Oberá è intitolato a Manuel Belgrano, uno dei padri della patria in Argentina, ma figlio di un genovese. Inoltre la manifestazione è iniziata all’indomani del Giorno Nazionale dell’Immigrato (che, dal 1949, si celebra  il 4 settembre) e occupa la prima metà del mese che, per estensione, è dedicato alle comunità straniere in Argentina.

Nell’area della festa ognuna delle collettività ha una propria “casa tipica”: uno stand con un’estetica che corrisponde allo stile architettonico considerato il più rappresentativo del proprio Paese.

“Nel caso dell’Italia è stata scelta una villa palladiana” spiega Alejandro Forni, architetto e presidente dell’Associazione Nettuno, che riunisce gli emiliano-romagnoli di Oberá.

La villa palladiana è un modello di villa aristocratica del ‘500, creato dall’architetto veneto Andrea Palladio. Era una residenza per i nobili, un luogo dove dedicarsi all’ozio, ma anche un centro di produzione agricola. Per questo la casa padronale è circondata di campi, magazzini, depositi…

Queste dimore si trovano lungo il corso del fiume Brenta, in Veneto, tra Padova e Vicenza. Il congiunto di queste costruzioni, visitabili con una piccola crociera fluviale di un giorno, è stato dichiarato Patrimonio Unesco.

La festa di Oberá prevede ogni sera uno spettacolo musicale diverso, dai classici del rock argentino al folklore, dal rock polacco ai Dj set, per soddisfare tutti i gusti e tutte le età. Il sabato e la domenica pomeriggio, dalle 14 alle 17, si esibiscono i corpi di ballo di bambini e adolescenti. E ancora: un torneo di scacchi, una maratona...

Alejandro, che fin da bambino è cresciuto a “pane e collettività” grazie all’entusiasmo e all’impegno del nonno Sandro, quest’anno ha preparato con amici e compagni un carro in puro “stile Sorrento”, dedicato al limoncello (che è stato distribuito con generosità durante la sfilata, intonando Bella Ciao).

Alejandro, a destra, con la bandiera regionale e la coccarda tricolore.

Lui – emiliano purosangue legatissimo a Bologna (il nome dell’associazione richiama una fontana cinquecentesca simbolo della città) – è anche un esempio dello spirito nazionale italiano: un Paese unito, dove i territori mantengono le proprie specificità, ma sono aperti agli scambi culturali e gastronomici.

Tra le collettività partecipanti, oltre a quella italiana, troviamo Paesi come Polonia, Svizzera, Germania, Paraguay, Spagna, Repubblica Ceca, Giappone, Brasile, Portogallo… E soprattutto, Russia, Ucraina e Bielorussia. Un’ulteriore conferma che l’Argentina è il luogo dove i nemici di sempre convivono in pace, rendendosi conto di avere più cose in comune che elementi di divisione.

Il programma della manifestazione è disponibile sul sito della Fiesta del Inmigrante.