ROMA - Lo scorso 29 maggio si è tenuto online un nuovo incontro del Tavolo Tecnico di Coordinamento sul Turismo delle Radici, alla presenza del Direttore Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie, Luigi Maria Vignali, che ha aperto i lavori sottolineando l’eccezionalità del progetto e la sua evoluzione dal primo incontro del 2018 a oggi.
Il progetto, oggi punto di riferimento a livello internazionale, ha saputo costruire un ecosistema che intreccia turismo, cultura, economia e identità, dando vita a servizi innovativi, nuove figure professionali e un modo nuovo di relazionarsi con gli italo-discendenti nel mondo.
L’iniziativa multiforme Italea, lanciata a marzo dello scorso anno, rappresenta il fulcro di questo movimento: con oltre 1,5 milioni di visite al portale online e più di 12mila viaggiatori iscritti alla Italea Card, che offre vantaggi attraverso una rete di oltre 730 partner commerciali, il progetto continua a rafforzare il legame tra italiani all’estero e i territori d’origine.
Le Italee regionali proseguono il loro lavoro di raccordo tra istituzioni e realtà locali, mentre il Ministero degli Affari Esteri guida e coordina l’evoluzione del progetto. La cooperazione tra Ministero, Regioni e Comuni ha dato vita a un ampio ventaglio di attività: sono stati oltre 800 i Comuni beneficiari del primo bando, che hanno organizzato circa 750 eventi rivolti ai turisti delle radici, coinvolgendo più di 150mila persone in tutta Italia.
Parallelamente, sono state promosse 19 iniziative internazionali che hanno permesso di raccontare l’Italia delle origini con grande successo tra le comunità all’estero. Il Ministro Tajani ha voluto consolidare questo rapporto con i territori attraverso un protocollo di collaborazione mirato allo scambio di buone pratiche, alla valorizzazione dei borghi e alla formazione.
Proprio sulla formazione si punta ora con forza: da giugno prenderanno il via pillole formative per gli operatori dei Comuni coinvolti, insieme a un ciclo di videoconferenze dedicato agli 816 Comuni partecipanti. Centrale anche la rete dei Musei dell’Emigrazione, ospitata su Italea.com, che grazie al raccordo con il Ministero dell’Istruzione potrà assumere un ruolo educativo, contribuendo all’inserimento della storia dell’emigrazione nei programmi scolastici.
I primi dati stimano tra il 2025 e il 2026 ben 5 milioni di presenze aggiuntive in Italia da parte dei turisti delle radici, con una spesa complessiva stimata in 5,5 miliardi di euro (Confcommercio prevede fino a 8 miliardi su un orizzonte più ampio).
Deloitte ha inoltre calcolato una ricaduta economica diretta di un miliardo di euro e la creazione di circa 99mila nuovi posti di lavoro.
A chiudere l’incontro, il Direttore Vignali ha ribadito l’importanza di crescere insieme, valorizzando ulteriormente un settore che si conferma leva strategica per il Paese.
Durante l’incontro, il Consigliere Giovanni Maria De Vita ha evidenziato il dinamismo del settore, grazie alla sistematizzazione degli interventi e alla varietà delle iniziative, molte delle quali nate dal dialogo diretto con le comunità locali.
Sono emerse diverse buone pratiche, a partire dalla formazione di “commissari dell’ospitalità” e la proposta di master universitari in collaborazione con atenei esteri per la formazione di professionisti nel settore. Fondamentale anche la digitalizzazione degli archivi anagrafici e cimiteriali, con progetti innovativi come il cimitero 3D del Comune di Caiazzo, e la creazione di laboratori di genealogia per facilitare la ricerca delle origini.
L’attenzione ai giovani e alle scuole è stata ribadita con iniziative dedicate allo studio della migrazione e alla sensibilizzazione sul patrimonio culturale, anche attraverso esperienze scolastiche come quelle dell’Istituto Tecnico Economico di Casarano o del Museo Regionale dell’Emigrazione dei Piemontesi nel Mondo.
Il valore del lavoro in rete è stato al centro di molte proposte, tra cui la creazione di una rete nazionale dei musei, il coordinamento con le comunità d’affari italiane all’estero per favorire investimenti di ritorno, e l’utilizzo di figure note come Lionel Scaloni o Nonna Fina per promuovere i luoghi d’origine.
Ampio spazio è stato dedicato alla valorizzazione culturale e territoriale: progetti di “musei open air”, percorsi museali dedicati alle case degli emigrati, iniziative musicali e sensoriali, e la promozione della lingua e della cultura italiana come strumento di rafforzamento identitario. Proposte come il “bollino di qualità” per i Comuni virtuosi o l’istituzione di un canale televisivo dedicato al Turismo delle Radici, insieme alla partecipazione a fiere come Roots-In a Matera, rappresentano nuove direzioni per aumentare visibilità e impatto.
Tra le criticità emerse, si segnalano difficoltà nella rendicontazione dei contributi, nell’accesso agli archivi, nella mancanza di fondi specifici per i gemellaggi culturali e nella necessità di proroghe per chiudere i progetti PNRR entro la scadenza del 31 agosto.
I Comuni chiedono più supporto per personale qualificato, mentre il CGIE ha sollevato preoccupazioni riguardo a una possibile nuova legge sulla cittadinanza. È emersa inoltre l’urgenza di un migliore coordinamento delle iniziative per evitare duplicazioni e di un maggiore coinvolgimento delle Ambasciate.
Altre tematiche trattate hanno riguardato il ruolo del Turismo delle Radici nel contrasto allo spopolamento, nel recupero della memoria storica e nel favorire il reinsediamento degli italo-discendenti nei luoghi d’origine, come dimostrato da alcune esperienze di rientro supportate dall’Università del Molise.
Il progetto mira, infine, a rafforzare la relazione tra Italia e comunità all’estero, superando gli stereotipi e aprendo una nuova stagione di scambi e sinergie. In questo contesto, la proposta di un riconoscimento ufficiale come “Comune delle Radici” e l’ampliamento delle convenzioni con compagnie aeree come ITA Airways rafforzano ulteriormente l’ecosistema del Turismo delle Radici.