GENOVA - Meno furti d’opere d’arte, ma più persone denunciate.
È il bilancio dell’attività dei carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale della Liguria. Sono state denunciate 44 persone (+69% rispetto al 2017) e controllati 3.000 beni, sono stati sequestrati 211 oggetti, di cui 156 reperti archeologici e 16 opere d’arte contraffatte, per un valore complessivo di circa 850.000 euro. Dall’analisi delle attività è emerso che quasi la metà dei furti di opere avviene nelle chiese, anche di piccoli centri urbani. Sull’operazione più significativa conclusa, i carabinieri del Tpc genovese non hanno dubbi: il recupero in Belgio di tre pagine miniate del XVI secolo rubate quarant’anni prima nella Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino.
Un manoscritto di cui esistono solamente due esemplari al mondo (l’altro è conservato in una biblioteca svizzera, la Bibliothèque de Genève) e che è stato rintracciato dai carabinieri e riportato in Italia lo scorso novembre. Le indagini sono partite nel 2015 da un controllo su un lotto finito in vendita in una casa d’asta genovese in cui erano comprese tre carte risultate rubate. L’incrocio delle informazioni nella banca dati delle opere rubate ha portato i carabinieri diretti dal maggiore Antonio Quarta ad un’altra casa d’asta milanese e infine in Belgio all’ultimo compratore, un collezionista che nulla sapeva del passato di quelle carte acquistate nel 2004 per diverse migliaia di euro.
La maggior parte dell’indagine ha riguardato l’opera di convincimento nel restituire quelle tre pagine, per cui sono intervenuti il Ministero degli Esteri e dei Beni culturali italiano, oltreché l’Interpol. Tra le operazioni concluse spicca anche il recupero da un commerciante toscano di due manoscritti del 1600 rubati in epoca sconosciuta: uno dalla Chiesa prioria di San Martino a Terenzano in Val d’Arno, già stato restituito all’Arcidiocesi di Firenze; l’altro alla Congregazione di San Carlo Borromeo di Napoli, che sarà restituito nei prossimi giorni.
Come spiegano gli investigatori, “è grazie al monitoraggio del mercato online e delle vendite nelle case d’aste che è possibile risalire all’immissione sul mercato di bene rubati anche decenni prima”. Ed è così che in una casa d’aste genovese è stato ritrovato un olio su tela realizzato da Arnaldo Ferraguti, rubato in un’abitazione a Roma nel giugno 1994. Nello spezzino si è trovata invece una collezione archeologica databile tra l’VIII ed il III secolo a. C., costituita da antichi manufatti di vita quotidiana e da un corredo funerario di sepolture etrusche e romane (vasi, monili e monete), verosimilmente arrivati da uno scavo clandestino nel centro Italia.