MELBOURNE - Perry Kouroumblis, cittadino australiano di origine greca, è sospettato degli accoltellamenti di Suzanne Armstrong e Susan Bartlett, avvenuti nella loro casa condivisa a Collingwood quasi mezzo secolo fa.
Arrestato a settembre all’aeroporto di Roma grazie a un avviso in codice rosso dell’Interpol, Kouroumblis è stato detenuto nella prigione Regina Coeli mentre le autorità italiane valutavano la richiesta di estradizione presentata dalla polizia dello stato del Victoria. Lunedì pomeriggio è stato imbarcato su un volo Qatar Airways diretto a Melbourne, dove è atteso martedì sera.
Il capo della polizia del Victoria, Shane Patton, ha definito il caso Easey Street “il più grave caso irrisolto dello stato”, descrivendo gli omicidi come “assolutamente raccapriccianti e folli”.
Secondo le indagini, Kouroumblis, ora 65enne, ha vissuto in Grecia dal 2016 avendo trovato un impiego come saldatore. La legge greca impediva l’estradizione a causa di una prescrizione che richiede che il capo di imputazione non abbia una data superiore a 20 anni dal reato. L’Italia, priva di tali limiti, ha acconsentito all’arresto al suo arrivo.
Nel 1977, le vittime, Suzanne Armstrong (27 anni) e Susan Bartlett (28 anni), erano amiche d’infanzia. Furono trovate morte nella loro casa il 13 gennaio 1977, tre giorni dopo essere state viste vive l’ultima volta. Suzanne fu violentata e accoltellata, mentre suo figlio di 16 mesi, lasciato illeso nella culla, fu ritrovato accanto a lei. Anche Susan fu uccisa con numerose coltellate.
Le famiglie delle vittime, devastate dalla perdita, hanno dichiarato: “È impossibile comprendere la violenza insensata che ha cambiato per sempre le nostre vite”. L’estradizione di Kouroumblis rappresenta una svolta decisiva in uno dei casi di cronaca nera più drammatici mai avvenuti in Australia.