PESCARA - La Squadra mobile pescarese ha arrestato il presunto mandante, Natale Ursino, e Mimmo Nobile, indicato come l’esecutore materiale del duplice agguato costato la vita lo scorso 1 agosto a Walter Albi, 66 anni, e il ferimento di Luca Cavallito, 49 anni, avvenuto all’esterno di un bar della Strada Parco del capoluogo abruzzese. 

L’omicidio dell’architetto Albi e il grave ferimento dell’ex calciatore Cavallito furono compiuti da un solo sicario, che esplose quattro colpi sulla vittima e due sul ferito per fuggire poi a bordo di uno scooter. Il mandante è un pregiudicato nato a Locri (Reggio Calabria) e residente nel teramano, il killer, invece, un pregiudicato pescarese. Nobile, in quel tardo pomeriggio estivo, nello spazio esterno del bar frequentato anche da altri avventori, esplose come detto quattro colpi di pistola contro Albi, altri due proiettili raggiunsero Cavallito; l’uomo poi fuggì, scappando in mezzo alla gente, a bordo di uno scooter.

Dietro l’agguato ci sarebbe una storia di affari e debiti non saldati che si intreccia con la volontà di Ursino di affermare il proprio nome nel territorio abruzzese. Le indagini, svolte nell’arco di circa quattro mesi, si sono concluse grazie a una complessa ricostruzione di dati informatici, telefonici e di tabulati. Ma anche per le dichiarazioni rilasciate dal ferito.  L’aspetto ritenuto particolarmente grave è il legame negli affari tra la ‘ndrangheta e un certo ambiente pescarese.