BOLOGNA - I carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Parma hanno eseguito il fermo disposto dal Pm di Parma a carico di un cittadino indiano di 51 anni, gravemente indiziato del reato di omicidio pluriaggravato la cui vittima è la madre dell’indagato.
Al fermo di indiziato del delitto si è pervenuti dopo indagini serrate avviate a seguito della comunicazione, da parte della Direzione sanitaria dell’Asl di Parma (alle 18:30 del 4 agosto), del decesso di una donna (dimorante in Polesine Zibello) a causa di “emorragia cerebrale con segni di traumatismo esterno”.
L’allarme per le condizioni di salute della donna era stato lanciato già alle 8:15 della mattina, quando un’ambulanza del 118 di Busseto, su richiesta di uno dei familiari della donna (risultato poi essere l’indagato), si era recata Polesine Zibello, per prestare soccorso alla donna, asseritamente colpita da un malore in casa.
Dopo i primi soccorsi eseguiti dal personale sanitario del 118, vista la gravità della situazione, la signora, in stato comatoso, è stata trasportata al Maggiore di Parma, dove è morta nel pomeriggio.
Giunti sul posto, gli investigatori erano stati accolti dal figlio della donna, che ha esposto le patologie della madre. La donna si trovava in coma e sul suo corpo erano visibili segni compatibili con traumi avvenuti prima dell’arrivo dei soccorsi. Durante l’intervento, è scoppiata una lite tra le persone presenti in casa: si è passati alle mani e un uomo è persino caduto a terra. Uno dei presenti ha dichiarato che la donna era stata picchiata.
Sul corpo della donna erano visibili lividi (alla guancia sinistra e su entrambi gli arti superiori) nonché un occhio nero, oltre che un taglio. Il figlio della donna aveva detto che la mamma era caduta circa due settimane prima. In ospedale la degente era stata sottoposta a Tac che aveva evidenziato una emorragia cerebrale sinistra, oltre a un segno di avulsione dentaria. Alcuni testimoni hanno parlato di frequenti liti e di grida ormai ricorrenti da diverso tempo.
È emerso un complesso quadro di conflittualità familiare, tra l’indagato (incline all’alcol) e la sua convivente, da un lato, nonché tra lui e sua madre, che prendeva apertamente le parti della nuora.
In questo complesso quadro familiare vanno collocati anche alcuni fratelli dell’indagato, a loro volta schierati a difesa della madre che, giunta in Italia da circa 10 mesi, aveva iniziato a convivere con il figlio e la compagna a Polesine Zibello.
Si sarebbe così accertato un quadro di aggressioni, percosse, violenze pressoché quotidiane, dovute generalmente all’abuso di sostanze alcoliche da parte dell’indagato, tanto che la donna (da sempre schieratasi in difesa della nuora, a sua volta vittima di soprusi) aveva manifestato il desiderio a tornare in India, per timore di essere uccisa.
L’ultima aggressione risalirebbe al 2 agosto quando il figlio, per l’ennesima volta, avrebbe colpito in maniera violenta la madre alla testa, provocandole quelle lesioni che, a distanza di poco meno di due giorni, le avrebbero causato il coma e poi la morte.
L’autopsia consentirà di chiarire tutti i punti ancora da definire. Il decreto di fermo è stato emesso per fronteggiare il pericolo di fuga dell’indagato che, immediatamente dopo il decesso della madre, per un verso ha cercato di sviare i soccorritori circa la natura del malore insorto nella madre e, per altro verso, ha abbandonato l’abitazione, allontanandosi dalla provincia parmense per raggiungere un conoscente. Quest’ultimo vive in una zona distante dalla sua abitazione, tanto che si suppone che il suo obiettivo fosse far perdere definitivamente le proprie tracce.
A carico dell’indagato si ipotizza il delitto di omicidio, aggravato da maltrattamenti, consistiti in abituali atti di violenza, fisica e verbale, di disprezzo e umiliazione, e anche dal fatto di essere stato commesso nei confronti della madre.