MILANO – Anche Marco Ferdico, ex dirigente della tifoseria interista già in carcere dallo scorso settembre nell’ambito della maxi-inchiesta milanese sulle curve di San Siro, ha confessato il proprio coinvolgimento nell’omicidio di Vittorio Boiocchi, storico capo ultrà nerazzurro assassinato a colpi di pistola il 29 ottobre 2022 sotto casa sua, a Milano.  

Le ammissioni sono arrivate nei giorni scorsi durante un interrogatorio davanti al pm della Direzione distrettuale antimafia di Milano, Paolo Storari. 

Poche ore prima, era stato Pietro Andrea Simoncini, uno dei due presunti esecutori materiali dell’omicidio, a rompere il silenzio e confessare, confermando in sostanza quanto già raccontato dal collaboratore di giustizia Andrea Beretta, ex leader della Curva Nord.  

Il delitto sarebbe maturato per ragioni economiche, legate alla gestione del merchandising e ad altri affari collegati al mondo ultrà. 

Simoncini, detenuto e difeso dall’avvocato Mirko Perlino, è stato interrogato lunedì, e la sua confessione coincide con le ricostruzioni finora emerse nell’inchiesta che, da mesi, ha scoperchiato una rete di interessi, minacce e violenze legate al controllo delle curve e alle attività illecite ad esse collegate.  

Con le dichiarazioni di Ferdico, si consolida quindi ulteriormente il quadro accusatorio su uno degli omicidi più eclatanti e simbolici nella storia recente del tifo organizzato.