GARLASCO (Pavia) - Non esiste un Ignoto 3 nella tragedia di Garlasco quando cade il 18° anniversario dell’omicidio della 26enne Chiara Poggi per il quale ora è indagato l’amico di suo fratello, Andrea Sempio, ed è stato condannato in via definitiva l’allora fidanzato dalla ragazza, Alberto Stasi. I Dna sulla scena del delitto nella casetta di via Pascoli restano quindi quello dell’ex fidanzato e quello, secondo la Procura pavese, dell’amico di famiglia. Cade dunque l’ipotesi di un terzo profilo genetico sconosciuto; profilo emerso su una garza utilizzata 18 anni fa dal medico legale per il prelievo di materiale biologico dalla bocca della vittima. La Procura del capoluogo lombardo, ritenendo possibile una contaminazione con precedenti autopsie, ha disposto approfondimenti specifici, al di fuori dell’incidente probatorio in corso, ed è emerso che quel Dna apparteneva a uno dei corpi di cinque maschi sottoposti all’autopsia prima di Chiara.

Un campione, infatti, “ha evidenziato una concordanza degli alleli in relazione al soggetto identificato dal codice anonimo 153E”, appunto Ignoto 3. Le verifiche erano state disposte “al fine di evitare eventuali indagini su terzi soggetti” e per “consentire di concentrare gli accertamenti peritali, affidati alla genetista forense Denise Albani, il cui operato ha ricevuto unanime riconoscimento da tutte le parti coinvolte per la serietà e la metodologia adottata, sul materiale rilevato”, ha spiegato la Procura di Pavia. C’è però un’altra novità a 18 anni dall’omicidio di Chiara: “Per garantire una valutazione più ampia degli elementi raccolti, sia in sede medico-legale sulla vittima sia sul luogo del delitto, la Procura ha incaricato come ulteriore consulente del pubblico ministero la professoressa Cristina Cattaneo, professore ordinario del dipartimento di Scienze biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano, figura di riferimento nel campo dell’antropologia e medicina legale”. 

L’esperta si occupò del caso dell’omicidio di Yara Gambirasio e di numerosi altri. Particolarmente soddisfatti dell’esito degli accertamenti che escludono la presenza di un Ignoto 3 i legali di Stasi, Giada Bocellari e Antonio De Rensis, i quali annoverano la scoperta della contaminazione di quel Dna sulla garza tra i “gravissimi fatti” che “compromettono in radice le valutazioni svolte nel processo a carico di Stasi”. “Gravissimi fatti” che, dicono ora apertamente, sono “già di per sé idonei a ottenere una revisione della sua condanna”. “I diligenti accertamenti svolti dalla Procura pavese evidenziano un fatto gravissimo che, a prescindere dalle ulteriori iniziative che si valuteranno di assumere, dimostra, ancora una volta, la totale inaffidabilità degli accertamenti svolti nel 2007, che si somma a tutti gli ulteriori errori commessi ed emersi negli ultimi mesi”, affermano gli avvocati.

Intanto, mamma Rita e papà Giuseppe Poggi si auguravano di poter ricordare Chiara, a 18 anni dal suo omicidio, in modo raccolto, “in silenzio e da soli”. Il clamore della nuova inchiesta difficilmente glielo permetterà.